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sabato 22 gennaio 2011

I sindaci: un'opera inutile e pericolosa

Amministratori locali e comitati cittadini contestano il tratto Sulmona-Foligno

L'AQUILA. «Un'opera pericolosa e inutile». Una bocciatura senza appello, quella del coordinamento interregionale nei confronti del progetto Snam per la realizzazione del metanodotto dirottato dall'Adriatico sulla dorsale appenninica. Un tracciato di 687 chilometri che attraversa territori ad alto rischio sismico. «Una scelta scellerata, alla quale opporsi in ogni sede e con ogni mezzo». E ieri, nell'incontro all'Aquila, amministratori locali e comitati hanno messo a punto il loro piano di battaglia.

Un piano che, nell'immediato, ruota su tre iniziative: l'organizzazione di un convegno nazionale da tenersi entro febbraio all'Aquila; una proposta di legge regionale bipartisan e la promozione di un dibattito in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni.

C'è poi la denuncia indirizzata alla Commissione europea, per chiedere «accertamenti finalizzati a verificare il rispetto delle normative comunitarie sulla valutazione ambientale strategica e sulla salvaguardia degli habitat naturali».

Una denuncia che ha già raccolto le adesioni di diverse amministrazioni locali, di comitati e singoli cittadini.

Alla riunione convocata ieri dall'assessore comunale Alfredo Moroni - in veste di coordinatore del tavolo interregionale - si sono presentati sindaci, consiglieri, assessori provinciali e regionali delle diverse realtà coinvolte nel progetto, nonché i rappresentanti dei comitati nati proprio per opporsi alla realizzazione dell'opera. Nel suo intervento Moroni ha ricordato le tante interrogazioni parlamentari presentate e il no pronunciato dall'amministrazione Cialente al progetto, relativamente al tratto Sulmona Foligno: quello che attraversa il territorio dell'Aquila.

«Il tracciato» ha ribadito Moroni «si sviluppa lungo una zona in cui l'elevato rischio sismico è stato purtroppo dimostrato dagli eventi. Nella mappa della pericolosità del territorio nazionale, il percorso interessato è indubbiamente tra quelli più soggetti a rischio, con le conseguenze facilmente immaginabili qualora dovessero verificarsi altri fenomeni tellurici». L'assessore comunale ha quindi auspicato una mobilitazione bipartisan e una maggiore coesione tra istituzioni e comitati.



Un invito subito raccolto dall'assessore all'Ambiente del comune di Sulmona, Mauro Tirabassi. «Da due anni ci stiamo battendo contro questo progetto che la Snam ha dirottato dalla fascia costiera alle zone interne. Noi siamo colpiti due volte, visto che oltre ad essere attraversato dal metanodotto il nostro territorio dovrebbe accogliere, secondo il progetto della Snam, anche la centrale di compressione. È necessario fare squadra, anche se forse siamo arrivati un po' tardi. Certo è che non molleremo, perché questo è davvero uno scempio».

«Abbiamo di fronte un colosso» ha aggiunto Mario Pizzola, leader storico di tante battaglie ambientaliste. «Il nostro è un avversario potentissimo che riesce ad influenzare anche parte del mondo ambientalista, quello oggi assente. Ma possiamo vincere la battaglia facendo diventare questo un caso nazionale. Avremo bisogno anche di un pool di avvocati». Pizzola ha poi suggerito «la presentazione di un esposto alla magistratura, per verificare i motivi dello spostamento del tracciato, e un un appello alla comunità scientifica e al Capo dello Stato. Anche la Regione, però, dovrà fare la sua parte».

Denuncia alla commissione europea ma anche ricorsi in altre sedi, quali il Tar. È quanto proposto da Aldo Cucchiarini del comitato interregionale «No tubo», mentre il consigliere provinciale dell'Aquila Enio Mastrangioli ha annunciato un ordine del giorno unitario sulla vicenda.

Fermamente convinto della necessità di difendere il territorio da opere di così forte impatto ambientale, anche l'assessore della provincia di Perugia, Stefano Feligiani. «Il nostro territorio» ha detto «è la risorsa più importante che abbiamo. Un bene che difenderemo con ogni mezzo». Sulla stessa lunghezza d'onda pure il parlamentare aquilano del Pd, Giovanni Lolli. «Abbiamo di fronte interessi corposi. Ma il percorso del metanodotto "becca" esattamente la dorsale sismica. Un problema tutt'altro che irrilevante. Gli enti locali vanno ascoltati».

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