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giovedì 15 ottobre 2009

IL SOLE 24 ORE 13 ottobre 09

di J. Giliberto Il gas prima mancava adesso è troppo. Il calo della domanda di energia in tempi di crisi ha ridotto i consumi di metano, ma non le forniture: ora in Italia ce n'è troppo. Quest'anno avremo in eccesso forse una decina di miliardi di metri cubi che non si sa dove piazzare.

Gli stoccaggi sono gonfi, i rigidi contratti internazionali takeor-pay costringono a pagare anche il gas non consumato, i gasdotti marciano a mezza potenza. Una situazione nuova, che apre nuovi scenari. Proprio in questi giorni la società austriaca che possiede il metanodotto che arriva dalla Russia, che è sempre strapieno, ha pubblicato un bando a dir poco inedito: c'è spazio per esportare metano dall'Italia verso l'Europa centrale. Chi è interessato si faccia sotto, un cliente lo dovrebbe trovare di sicuro in Ucraina, paese cronicamente a corto di metano. Troppa offerta, poca domanda. Stando alle regole del mercato, dovrebbe dettar legge il consumatore.

E' proprio così? Qualche vantaggio si intravvede per gli acquirenti industriali; più difficilmente le famiglie vedranno calare le loro bollette. Dopo anni di forte crescita,seguiti da una fase di stabilizzazione intorno a 8 miliardi di metri cubi, nel 2009 per la prima i consumi di gas crollano: nel periodo gennaio-agosto il calo è del 12% mentre in settembre rileva l'Anigas l'Italia ha bruciato 5.154 milioni di metri cubi di metano, il 9,2% in meno rispetto allo stesso mese del 2008. A meno di un'improbabile, repentina inversione di tendenza, a fine anno la riduzione sarà di 8-8,5 miliardi di metri cubi. Colpa della crisi economica, che ha ridotto la domanda industriale di metano e di elettricità (al 57% prodotta bruciando metano).


Il surplus si accompagna con un irripetibile momento di grande espansione della capacità di importazione del combustibile: a giorni sarà inaugurato il nuovo rigassificatore di Rovigo (importerà via nave 8 miliardi di metri cubi di gas in più ), è in servizio da mesi il potenziamento del metanodotto che viene dall'Algeria (6, miliardi) e sta per entrare nel vivo il potenziamento del gasdotto dalla Russia (altri 6, miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas). In tutto, una ventina di miliardi di metri cubi in aggiunta alla capacità di importazione. Gli stoccaggi di metano, vecchi giacimenti vuoti che vengono riempiti per assecondare l'incostanza dei consumi, sono colmi all'inverosimile e il clima mite non fa pensare a una domanda extra. Per Davide Tabarelli, direttore di Nomisma Energia, non ci sono dubbi: «Questo è un caso classico di bolla del gas.

Il mercato non è più nelle mani dei venditori, ma dei compratori». Una situazione inedita, che sta provocando reazioni altrettanto inedite. Non tanto sui prezzi, purtroppo: per le famiglie le tariffe del gas sono fissate dall'Autorità per l'energia e benché la bolletta sia più leggera dell'anno scorso restano legate alle quotazioni petrolifere. Qualche opportunità di risparmio in più , almeno in teoria, è per le imprese, che posson rifornirsi sui mercati spot a prezzi dimezzati ma soltanto all'estero, perché in Italia il Punto di scambio virtuale non è ancora abbastanza liquido. Qualche scossone si sta verificando. Un segnale significativo è l'inversione del flusso del Tag:una parte della capacità del gasdotto, normalmente utilizzato per importare gas, è stata messa a disposizione fino a ottobre 2010 per esportare dall'Italia. «Un primo vagito dell'hub energetico dice Tabarelli che l'Italia aspira a diventare».