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mercoledì 1 giugno 2011

TERRITORIO CALPESTATO E TRADITO I Ministeri Ambiente e Beni Culturali approvano il tracciato del “Gasdotto dei terremoti”

il 7 marzo scorso i ministri Prestigiacomo (Ambiente) e Bondi (Beni culturali) hanno firmato il decreto che dà il via libera al metanodotto Sulmona-Foligno e alla centrale di compressione nella città di Sulmona (zona sismica A, massimo rischio). Lo stesso ministro Prestigiacomo e il ministro Galan (successore di Bondi ai Beni Culturali), proseguendo nell’ammirevole, ma discutibile, linea di coerenza, hanno firmato il 16 maggio l’autorizzazione a procedere anche per l’ultimo tratto: Foligno Sestino.

A questo punto la Snam ha ricevuto l’ok, dal governo centrale, per l’intero percorso del gasdotto da Brindisi a Minerbio, ed è quindi autorizzata ad attraversare gli Appennini, alla faccia ed in barba all’opposizione delle sue popolazioni, con una ‘pista’ (autostrada) di 28 metri che sarà un disastro annunciato per territori rimasti ambientalmente e paesaggisticamente intatti, ma inserirà una infrastruttura per il trasporto del gas all’interno del corridoio italiano a maggior rischio sismico.

Dei 30 comuni attraversati nel tratto appenninico centrale, 15 sono in zona sismica A e 15 B, di meglio non si poteva fare per intercettare e sovrapporsi al sistema di faglie attive che anche recentemente hanno ‘dimostrato’ catastroficamente quanto sono tali! Un esempio per tutti: il comune di Aquila sara’ percorso per 20 km!

Ricordiamo che si parla di un tubo di mt 1,20 all’interno del quale viaggerà metano compresso alla pressione di 75 bar. Il catastrofico terremoto in Giappone, paese all’avanguardia sul piano tecnologico, dimostra quanto sia illusoria la convinzione dell’uomo di poter dominare la natura e che, sarebbe sempre doverosa l’applicazione del principio di precauzione. Studi approfonditi e legislazione internazionale, dimostrano che nessun manufatto umano puo’ resistere a sollecitazioni come quelle che hanno caratterizzato i piu’ recenti sismi di Aquilla, Pizzoli, Barrete, Sellano, Norcia, Colfiorito...... (Enzo Boschi Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia parla di estrema attenzione e cautela negli interventi che interessano queste aree).

Per noi (Comitati, Associazioni, ppopolazioni, istituzioni locali), la battaglia non è finita: l’iter autorizzativo si concluderà solo con il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dopo l’acquisizione dele intese Stato-Regione.

Le Regioni Umbria e Marche e le Istituzioni locali che sino a oggi hanno lavorato assieme ai Comitati e alle Associazioni, devono esercitare, ora piu’ che mai, fino in fondo il ruolo di difesa dei cittadini e dei loro territori, con tutti i mezzi disponibili. Oltre alla mobilitazione ed al presidio dei territori minacciati dallo scellerato progetto, assumono assoluta priorità due azioni:
- impugnare il decreto, da parte delle Amministrazioni locali, davanti al T.A.R. (in Abruzzo e’ gia’ in corso da parte dei Comuni dell’Aquila e di Sulmona e di alcune associazioni)
- approvare anche in Umbria e nelle Marche una legge regionale (sulla stessa linea di quella in corso di approvazione in Abruzzo) sull’incompatibilità di opere come i grandi metanodotti e le aree a elevata sismicità.


In questa battaglia civile in difesa della democrazia calpestata e contro il disprezzo ambientale, noi cittadini, comitati ed associazioni impegnati in questa estenuante battaglia contro l’arroganza del governo centrale e della SNAM stiamo predisponendo il ricorso al T.A.R., auspicando che venga ripristinato il diritto negato alla qualità della vita della gente d’Appennino, ai Beni Comuni e alla nostra storia.
Ne noi, ne le nostre terre siamo territorio di conquista delle multinazionali. Qui siamo abituati a convivere con una terra ‘ballerina’, ma la amiamo lo stesso, non vogliamo che venga devastata.

E’ nostro dovere, come comitati, associazioni, donne e uomini dell’Appennino, denunciare questo scandaloso iter approvativo del tracciato, invitando e sostenendo le istituzioni locali a proseguire nella tutela dell’ambiente e delle popolazioni, e sollecitando le popolazioni alla vigilanza, al presidio, alla mobilitazione.


Gruppo d'Intervento Giuridico onlus dott. Stefano Deliperi

p. Comitato No Tubo Matteo Ottaviani