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giovedì 1 luglio 2010

Comunicato stampa del Comitato di Sulmona

La Snam Rete Gas, nel suo comunicato stampa, afferma che fornirà alle comunità interessate dal metanodotto “le più ampie garanzie”.
La migliore garanzia per la popolazione coinvolta nell’opera è che la Snam rinunci al progetto e presenti serie alternative di tracciato così come prevede la legge.
La società dell’ENI spieghi, in modo dettagliato, per quali motivi un metanodotto denominato “Rete Adriatica” e progettato come raddoppio di quello che già esiste lungo la fascia costiera, dovrebbe invece passare lungo la dorsale Appenninica e cioè proprio dove le criticità di ordine sismico, ambientale e idrogeologico sono più elevate.
Secondo la Snam un metanodotto che corre lungo le principali faglie sismiche dell’Abruzzo aquilano (nonché del Lazio, dell’Umbria e delle Marche) sarebbe “sicuro”. Era “sicuro” anche il metanodotto della Snam esploso a Tarsia, in Calabria l’11 febbraio scorso a causa di uno smottamento del terreno?
Chi oggi garantisce la sicurezza di quest’opera deve assumersene pienamente la responsabilità di fronte ai cittadini del comprensorio aquilano e peligno firmando, con nome e cognome, tali attestazioni.
Non si comprende perché territori a forte rischio, e già colpiti da eventi disastrosi, anziché vedere applicato il principio di precauzione, dovrebbero essere gravati da nuovi pericoli quando esistono valide alternative.
E’ inoltre paradossale che la Snam parli di “sostenibilità” per un progetto che invece produrrà danni ingenti al patrimonio ambientale e agli habitat naturali visto che il tracciato del metanodotto insiste proprio lungo il corridoio appenninico del progetto A.P.E. (Appennino Parco d’Europa) le cui finalità strategiche sono la tutela della biodiversità e la promozione di politiche di eco-sviluppo.
Restiamo in attesa dell’intervento della Commissione Europea in merito al ricorso riguardante le mancata applicazione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica e del procedimento unico di Valutazione di Impatto Ambientale ed auspichiamo che, dopo l’audizione avutasi presso il Consiglio Regionale, anche la Regione Abruzzo dica “no”ad un progetto fortemente pericoloso e dannoso.


Sulmona, 1°luglio 2010

Comitati cittadini per l’ambiente

Ricorso alla Commissione Ue delle Province di Perugia e Pesaro-Urbino contro il metanodotto Rete Adriatica di Snam Gas, tra i terminal del Sud e l’Eur

BRINDISI – La partita del gas è una faccenda molto complessa, e non si gioca solo a Brindisi, città che pure potrebbe nel giro di qualche anno diventare uno dei più importanti terminali italiani del metano. Sia con la realizzazione del Tap, il Trans Adriatic Pipeline della joint-venture tra Egl, Statoil e E.os, progetto di condotta sottomarina Albania-Italia non avversato dagli ambientalisti e dalle istituzioni (soprattutto dopo la decisione di localizzare il punto di sbarco nella zona industriale e non più a Sbitri), sia con il contrastato progetto di rigassificatore della British Gas a Capo Bianco.

C’è una mina lungo il percorso, ed è quella del no deciso delle amministrazioni locali in Umbria e Marche al percorso appenninico del nuovo gasdotto Snam, denominato Rete Adriatica, la nuova arteria vitale di collegamento con le centrali di smistamento al Nord, e quindi di immissione nella rete europea. Fare arrivare in Europa agevolmente il metano dei giacimenti del Caspio, evitando gli instabili Balcani, è il progetto strategico di Tap. Mentre British Gas è l’unica grande compagnia a non avere un proprio terminal in Mediterraneo ed ha sempre maggiore urgenza di chiudere a proprio favore la partita di Brindisi, per mettere sul mercato il metano dei propri giacimenti egiziani. L’indotto brindisino del rigassificatore, dicono dal fronte del no, è solo propaganda.

Tuttavia oggi le Province di Perugia e di Pesaro-Urbino, assieme ai comitati di cittadini e alle associazioni ambientaliste, hanno presentato ricorso alla Commissione Europea “affinché valuti la rispondenza alle normative comunitarie in materia di valutazione ambientale del gasdotto Rete Adriatica. Coinvolti anche i ministeri competenti e i presidenti delle Regioni interessate dal tracciato (Puglia, Campania, Basilicata, Molise, Abruzzo, Umbria, Marche, Toscana, Emilia-Romagna)”. Secondo i ricorrenti, quello del gasdotto appenninico è “un progetto di grandissimo impatto ambientale in territori di grande fragilità, geologica, sismica, ambientale paesaggistica e di conseguenza sociale ed economica. L’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio dell’opera deve pertanto – sostengono gli autori del ricorso alla Commissione Ue – deve essere assoggettata a preventivo e vincolante procedimento di valutazione ambientale strategica (Vas)”.

Le due Province e gli altri firmatari del ricorso considerano ”sorprendente che tra le criticità prese in esame non figuri affatto il rischio sismico: il gasdotto si snoda lungo le depressioni tettoniche dell’Appennino Centrale storicamente interessato da un notevole tasso di sismicità, – si legge nella nota di accompagnamento – con eventi anche di magnitudo elevata, come il terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito L’Aquila e molte altre località dell’Abruzzo, e il terremoto del 26 settembre 1997 che ha colpito l’Umbria e le Marche. Nel tratto relativo all’Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche, su 28 località attraversate dal metanodotto, 14 sono classificate in zona sismica 1 e 14 in zona sismica 2. Anche la centrale di compressione, localizzata a Sulmona, ricade in zona sismica di primo grado”.

La guerra di alcune amministrazioni locali marchigiane e umbre al percorso del gasdotto adriatico, che deve aumentare la capacità di trasporto di gas della rete Snam dura da molti mesi, e contraddice la semplicistica raffigurazione che il governo Berlusconi fa dell’Italia come piattaforma energetica per l’intera Europa rispetto ai flussi di gas ed elettricità dall’Europa dell’Est e dal Medio Oriente, non considerando le criticità e gli equilibri ambientali del nostro Paese.

Marcello Orlandini

Giuliani: il metanodotto Snam in zona sismica è pericoloso

''Si è svolta all’Aquila, presso il Consiglio Regionale, l’audizione relativa al metanodotto Sulmona-Foligno ed alla centrale di compressione della Snam.

All’incontro hanno preso parte il Presidente del Consiglio Nazario Pagano e i Capigruppo regionali ai quali una delegazione dei Comitati cittadini per l’ambiente ha spiegato le ragioni della contrarietà al progetto della Snam che presenta un fortissimo impatto sull’ambiente e rischi inaccettabili per le popolazioni residenti, stante l’elevata sismicità dei territori attraversati dal gasdotto.

Il tracciato dell’opera si snoda, infatti, lungo le depressioni tettoniche interne dell’Appennino Centrale storicamente interessato da un notevole tasso di sismicità che si manifesta con eventi anche di magnitudo elevata.

Nella Valle Peligna, dove è prevista anche la centrale di compressione, il metanodotto correrebbe lungo la faglia attiva del Morrone mentre, nell’aquilano, insisterebbe proprio sulle località già colpite dal disastroso terremoto del 6 aprile 2009: tra queste l’Aquila, Pizzoli, Montereale, San Demetrio né Vestini, Poggio Picenze, Barisciano, San Pio delle Camere, Navelli. All’audizione ha preso parte anche una rappresentanza di cittadini aquilani, tra cui Giampaolo Giuliani.

Giuliani ha sottolineato l’assoluta illogicità di un progetto che andrebbe ad aggiungere una sorta di bomba ad orologeria ad un territorio già disastrato e stremato che di tutto ha bisogno tranne che di un’opera tanto pericolosa come il metanodotto Snam.

Nessuno può garantire l’assoluta sicurezza del metanodotto in caso di sisma di elevata intensità; chi dovesse sostenere il contrario deve assumersene la responsabilità di fronte ai cittadini.

Abbiamo bisogno di prevenzione non di nuovi rischi, ha concluso Giuliani, per cui la logica vuole che impianti del genere vengano realizzati in aree che non presentano le forti criticità che invece caratterizzano il territorio della Provincia dell’Aquila.
In conclusione, i Comitati per l’ambiente e la delegazione di cittadini aquilani ha chiesto che il Consiglio Regionale, in tempi rapidi, approvi una risoluzione che bocci il progetto della Snam e richieda alla stessa di proporre un diverso tracciato per il metanodotto ed una diversa localizzazione per la centrale di compressione.

Parallelamente alla risoluzione si chiede alla Regione di dotarsi di un’apposita normativa che escluda la possibilità di realizzare opere fortemente impattanti, come il metanodotto Snam, in territori altamente sismici o di elevata qualità ambientale.

Poiché questi obiettivi, risoluzione e normativa di settore, richiedono la condivisione dell’intero quadro politico, i Comitati si augurano che i rappresentanti politici del nostro territorio svolgano, nei confronti della Regione, quell’indispensabile ruolo di convincimento senza il quale il risultato auspicato non può essere raggiunto un ruolo che, occorre sottolinearlo, finora è mancato del tutto, a cominciare dall’amministrazione comunale di Sulmona.''

Giampaolo Giuliani

Corriere Adriatico 27 gugno 2010

IL Comitato NOTUBO ricorre all'Europa