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venerdì 23 luglio 2010

No al gasdotto nella zona sismica

il Centro — 22 luglio 2010 pagina 19 sezione: REGIONE

L’AQUILA. No al gasdotto in zona sismica. Il Comune dell’Aquila protesta contro l’attraversamento del territorio del cratere sismico dell’impianto Snam Sulmona-Foligno. LA PROTESTA. L’assessore comunale all’Ambiente Alfredo Moroni annuncia che l’amministrazione del capoluogo ha intenzione di chiamare a raccolta, in qualità di capofila, i rappresentanti dei Comuni ricompresi nel tratto appenninico del più ampio collegamento Brindisi-Minerbio del metanodotto della Snam e della centrale di compressione gas di Sulmona. Il tracciato di progetto, finito nel mirino di amministratori e ambientalisti, con forti proteste che vanno avanti da tempo specialmente nella Valle Peligna, riguarda Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche. I Comuni abruzzesi interessati dal passaggio dell’impianto sono 20: Sulmona, Pacentro, Pratola Peligna, Roccacasale, Corfinio, Collepietro, Navelli, Caporciano, San Pio delle Camere, Prata d’Ansidonia, Fagnano Alto, San Demetrio ne’ Vestini, Poggio Picenze, Barisciano, L’Aquila, Pizzoli, Barete, Cagnano Amiterno, Montereale e Popoli; oltre a Cittareale (Rieti); Cascia, Norcia, Preci, Sellano e Foligno (Perugia); Visso e Serravalle di Chienti (Macerata). RISCHIO SISMICO. «Le rassicurazioni della Snam», sostiene l’assessore Moroni , «non possono essere considerate sufficienti, anche qualora dovessero giungere le autorizzazioni richieste e obbligatorie in base alla normativa comunitaria. Non possiamo permettere che un territorio già così provato subisca le conseguenze di scelte politiche ed economiche che hanno inteso deviare il precedente percorso del gasdotto, che ha un indubbio impatto ambientale e sociale». Infatti, almeno inizialmente, il tracciato era stato individuato sulla costa. «Il percorso della rete adriatica l’ho studiato attentamente», aggiunge. «Il tracciato progettato dalla Snam, originariamente, aveva un percorso differente e non interessava molte delle zone interne dell’Abruzzo aquilano colpite dal sisma del 6 aprile 2009. Oggi il progetto interessa molti Comuni della nostra provincia. L’avviso di avvio del procedimento del 21 maggio 2009 (proprio subito dopo il terremoto) del Dipartimento per l’energia del ministero dello sviluppo economico, riferita all’istanza presentata dalla Snam Rete Gas l’8 aprile 2009 (in pieno sisma!) per il rilascio della dichiarazione di pubblica utilità del metanodotto, non poteva certamente essere oggetto di attenzione da parte dei Comuni terremotati ai fini della produzione di osservazioni di merito entro i successivi 30 giorni. Ma di osservazioni ve ne sarebbero, eccome. Il tracciato si sviluppa lungo una zona in cui il rischio sismico è stato dimostrato dagli eventi ed è, cioè, molto elevato». Secondo Moroni, «nella mappa della pericolosità del territorio nazionale, il percorso interessato è indubbiamente tra quelli maggiormente soggetti a rischio, con le conseguenze facilmente immaginabili qualora dovessero verificarsi altri fenomeni tellurici. Le preoccupazioni manifestate di recente da più enti locali e associazioni mi sembrano del tutto legittime». © RIPRODUZIONE RISERVATA -

La Nazione 23 luglio 2010