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martedì 23 marzo 2010

No al gasdotto, sfilano in 800



il Centro — 21 marzo 2010 pagina 09 sezione: L'AQUILA

SULMONA. Ci sono gli slogan degli studenti - da «la centrale non ci gasa» a «non vogliamo cambiare aria» - i rumorosi campanacci portati da Andrea Incorvati di Bugnara, 18 trattori, decine di palloncini colorati e 800 manifestanti. Così Sulmona ribadisce il no alle industrie inquinanti, dal gasdotto all’inceneritore. La protesta è scesa sul Corso ieri mattina. Partenza da piazza Tresca. Dalle 10 e per un’ora il corteo ha attraversato il cuore della città, prima di concludere la manifestazione con un’assemblea al cinema Pacifico. I manifestanti - 800 secondo polizia e organizzatori - hanno voluto ribadire la loro contrarietà ai progetti per la realizzazione di impianti industriali in Valle Peligna. Impianti ritenuti dannosi per la salute e l’ambiente (centrale del gas e metanodotto, cava, cementificio, inceneritore di rifiuti ospedalieri e fabbrica di silicio). In testa al corteo i trattori dei contadini, poi gruppi di studenti, molti cittadini e più di un rappresentante politico. Ma nessun simbolo di partito: Francesco Di Nisio , candidato presidente alla Provincia con la Lega popolare, è stato invitato ad ammainare la bandiera. Ventiquattro le associazione che hanno partecipato, da L’Altra città a Lipu Abruzzo, oltre a Comitati cittadini per l’ambiente, medici del comprensorio e Cgil.
Presenti anche i componenti del Comitato «No tubo» di Umbria e Marche (contestano il gasdotto Snam, che solo in Abruzzo attraverserebbe 21 comuni). Una manifestazione a tratti chiassosa, accompagnata da slogan e cartelli. «Fermiamo l’assalto al territorio», «No al metanodotto e alla centrale Snam», «La Valle Peligna non è in vendita», «Ora che si sono venduti anche l’acqua lasciateci almeno l’aria», «I cittadini non sono spettatori: dicono no agli inceneritori». Persino le campane dell’Annunziata hanno fatto sentire i loro rintocchi al passaggio del corteo. Un corteo pacifico, ma che ha sfiorato l’incidente diplomatico in piazza XX Settembre dove era prevista la cerimonia per il compleanno di Ovidio con sindaco e presidente del consiglio. «Non capisco che cosa si contesta», afferma Fabio Federico , «i consigli comunali si sono più volte pronunciati contro gli impianti. Questa è solo propaganda elettorale». La replica di Mario Pizzola , rappresentante dei Comitati: «Qui sfila tanta gente comune, non ci sono apparati politici. Siamo scesi in strada per ribadire la contrarietà a progetti impattanti, imposti dall’alto, che non portano posti di lavoro. Non vogliamo queste industrie e intendiamo difendere un comprensorio dove ci sono sette tra i borghi più belli d’Italia e parchi». La chiusura del Corso ha scatenato qualche protesta dei commercianti: «Siamo stati penalizzati per l’ennesima volta. E guardate quanto smog fanno questi trattori degli ambientalisti». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Roberto Raschiatore