La militanza dell’assessore Lamberto Bottini a favore di questa “grande opera” sembra essere l’unica cosa rilevante in questa “soluzione tecnica ambientalmente sostenibile” di cui la Regione Umbria ora si vanta. Una discesa in campo che peraltro è avvenuta solo ai tempi supplementari, quando le proteste di Cittadini ed Associazioni hanno portato alla luce i danni che tale opera rischia di provocare, altrimenti tutto sarebbe passato in sordina, anche i guasti ambientali che ora dicono di aver evitato. E’ un autentica questione paradigmatica: il gasdotto non serve all’Umbria e probabilmente non serve neanche all’Italia.
I costi ambientali (e non solo) sono in ogni caso così elevati che in un paese normale una cosa simile non verrebbe neppure presa in considerazione. Questo epilogo sembra essere una costante, con la quale la politica tenta di chiudere invariabilmente le sempre più numerose vertenze a carattere socio ambientale. Vertenze che emergono incontenibilmente dal territorio e dai cittadini, sempre più scontenti di sentirsi gestire da amministratori con una mentalità a senso unico e che, prescindendo dallo scontento dei cittadini e dall’effettiva utilità delle “opere”, si orientano verso l’“aggiustamento” delle questioni, soffocando la voce del territorio. Spesso, purtroppo, ne deriva la sgradevole impressione che quando si tratta di decidere se stare dalla parte dei propri cittadini o da quella delle grandi aziende l’ago della bilancia penda a favore delle seconde. Chiariamo quindi all’Assessore che le cose non stanno così come le descrive. Il tracciato del metanodotto era e rimane devastante. Le modifiche proposte dalla Snam sembrano fornire un argomento per sfilarsi con eleganza dalla questione. Per il resto servono a ben poco e l’impatto di questo mostro sul territorio “rimarrebbe nei secoli” pregiudicando la qualità dell’ambiente e dell’immagine stessa dell’Umbria, come affermano gli stessi servizi della stessa Regione Umbria.
L’Assessore è stata la prima persona e la prima autorità cui si sono rivolti i Cittadini e le Associazioni che si oppongono a questa opera, ma che in questa nuova fase decisionale, come d’abitudine, non sono state convocate. L’Assessore ha sempre detto o lasciato intendere che la questione è solo marginalmente regionale, che la regione dà solo un parere consultivo (!), che competenza è del governo e che in sostanza lui, semplice assessore regionale, c’entrava poco. Ora invece scopriamo un autentico paladino delle politiche energetiche nazionali, che si interessa addirittura di questioni internazionali. Con scarsa informazione però, visto che i consumi di gas sono stabili da anni (dati del proponente), che il gas non durerà molto e dato che i paesi di provenienza di questo nuovo gasdotto sono sempre gli stessi, questi possono chiudere comunque i rubinetti quando vogliono. Il gasdotto Brindisi Minerbio è un’opera che serve, come dichiarato da molti esponenti politici nazionali di maggioranza e opposizione per far diventare l’Italia un “Hub del gas”ovvero un porto per esportare gas. Di questo ne beneficerà la Snam, mentre i cittadini che vivono nei luoghi lungo il tragitto ne subiranno danni senza avere benefici, in quanto l’Italia, per i consumi nazionali, è già fornita da una serie di gasdotti che alimentano la maggior parte del territorio, a parte i più piccoli comuni. Si parla quotidianamente di riduzione dei consumi, di risorse limitate, ma quando sono in gioco gli interessi delle multinazionali, la politica sembra defilarsi.
L’azione dei cittadini contro questo progetto, a nostro avviso sconsiderato e autolesionistico, andrà avanti, con buona pace per l’Assessore Bottini e per chi rema dalla stessa parte. Consigliamo anche ai sindaci dei comuni interessati di non farsi troppe illusioni circa gli effetti reali dell’ “opera” sui rispettivi territori e sulle rispettive reti stradali visto che, soprattutto per il comune di Pietralunga dove saranno maggiori i danni ambientali e paesaggistici, nulla fondamentalmente è stato fatto. Distinti Saluti
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