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domenica 23 agosto 2015



COMUNICATO STAMPA

NO ALLA REALIZZAZIONE DEL METANODOTTO BRINDISI MINERBIO
LA GIUNTA REGIONALE NEGHI L’INTESA CON IL GOVERNO

La Conferenza dei Servizi per il metanodotto Brindisi Minerbio ha avuto il suo epilogo il 6 agosto u.s., dopo undici anni di lotta tra la Snam ed alcuni ministeri da una parte, i cittadini e gli enti locali dall’altra, si è arrivati all’atto finale.
Il metanodotto lungo quasi 800 km. interessa nelle Marche 5 comuni tra i quali Apecchio, Mercatello sul Metauro, Borgo Pace in provincia di Pesaro. Si tratta nel suo complesso di un progetto devastante per l’ambiente appenninico ancora intatto e per l’altissimo rischio sismico che interessa le aree umbro-marchigiane e quelle abruzzesi in particolare. Inoltre nella zona appenninica il metanodotto verrebbe ad insistere pesantemente su un ambiente contraddistinto dalla presenza di frane attive, di terreni fragili, aree rocciose, pendenze pericolose, corsi d'acqua, flora e fauna selvatiche, nonché di pregevoli siti collegati alla rete europea Natura 2000. Basti ricordare l’esplosione del marzo scorso a Mutignano in provincia di Teramo o quella del 9 maggio a Roncade in provincia di Treviso dovute agli smottamenti causati dal maltempo. I danni apportati dalla realizzazione dell'infrastruttura sarebbero irreversibili, a partire da quelli derivanti dallo sbancamento di crinali e fondivalle e dalla costruzione, in aree fino ad oggi occupate da sentieri escursionistici o da vegetazione, di strade necessarie a portare sul posto i macchinari.
La Conferenza dei Servizi è stata anticipatamente convocata il 6 agosto u.s., disattendendo la data settembrina precedentemente concordata con le altre amministrazioni pubbliche partecipanti. A questa convocazione è risultata assente la Regione Marche che in questi anni ha prodotto atti politici sostanziali, contrari alla ”opera” e votati unanimemente da tutte le forze politiche a partire, ad esempio, dal parere negativo del Consiglio Regionale Marche (18-09-2007), del Consiglio Provinciale di Pesaro e Urbino (29-06-2007) e della Comunità montana del Catria e Nerone (15-03-2005 e 11-10-2007), dei comuni marchigiani. Risulta che la nuova Giunta Regionale del Presidente Ceriscioli fosse stata informata a dovere attraverso un intenso lavoro di pressing ed edotta che prima della loro elezione c’era stata una battaglia durata undici anni. A seguito di ciò era stato garantito che avrebbe fatto la propria parte ma ciò non è purtroppo avvenuto, provocando l’assenza il trasferimento della decisione al Governo Renzi che ha già fatto capire i propri intendimenti con lo “Sblocca Italia”.
Con questa assenza la Giunta Regionale Marche ha di fatto rinunciato a proseguire anni di lotte insieme ai comitati ed ai cittadini dei comuni interessati? Non ci vogliamo credere.
La Regione, che a questo punto si è assunta tutte le responsabilità inerenti l’annosa vicenda, ha ancora qualche giorno per esprimere, seppur in ritardo, il proprio parere.
Noi chiediamo, insieme ai sindaci dei comuni interessati, che la Regione Marche pur in extremis, neghi l’intesa col governo allineandosi all’Abruzzo e all’Umbria, affinchè ci sia un parere negativo delle tre regioni che qualcosa dovrà pur contare nei confronti del Governo.
E’ QUESTO QUEL CHE CHIEDIAMO alla Giunta Ceriscioli, augurandoci che non voglia vanificare un lungo e paziente lavoro di collaborazione tra Comitati di cittadini, Associazioni e Regione; un lavoro fatto di un continuo dialogo e poche polemiche, un lavoro costruttivo che aveva pochi precedenti ed aveva prodotto, fino ad oggi, i suoi esiti positivi.

Comitato No Tubo Abruzzo Marche Umbria, Forum Paesaggio Marche, Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra Marche, L’Onda Verde, Lupus in Fabula, Pro Natura Marche, Terra Mater, WWF Marche

Ancona, 22 agosto 2015

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