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venerdì 31 dicembre 2010

martedì 21 dicembre 2010

martedì 30 novembre 2010

COMUNICATO STAMPA

Apecchio - Cagliari 30-Novembre 2010

E’ stata depositata Venerdì 26 Novembre alla Camera dei Deputati l'interrogazione a firma dell’Onorevole Walter Verini insieme ad altri colleghi del Pd, tra cui i marchigiani Massimo Vannucci e Maria Letizia De Torre, gli abruzzesi Giovanni Lolli e Vittoria D'Incecco, la toscana Raffaella Mariani e Sandro Gozi (in rappresentanze di alcune Regioni Interessate dal Tracciato), indirizzata ai Ministri dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, per i Beni e le Attività Culturali, in merito al progetto volto alla realizzazione del metanodotto della Snam rete Gas denominato “Rete Adriatica”.
I Suddetti Parlamentari chiedono se ““considerate le problematiche di questa opera difficilmente superabili”, non sia opportuno bloccare le procedure in atto e riconsiderare il progetto, prendendo in considerazione altre soluzioni. Si tratta di una presa di posizione molto chiara del PD relativamente alla questione metanodotto Brindisi MInerbio, un’ “opera” dalle caratteristiche assolutamente insostenibili, per via delle sue misure eccezionali e del tracciato che corre sui crinali dell’Appennino, infilando una serie lunghissima di Parchi Nazionali e aree protette, nonché tutti gli epicentri dei maggiori sismi degli ultimi 25 anni.
Ma oltre al PD, recentemente anche L’IDV si è fatta carico del problema e sta operando in tal senso in tutte le regioni interessate. E’ infatti dell’11 novembre scorso l’interrogazione presentata al Senato della Repubblica dai Parlamentari dell’IDV Belisario, Giambrone, Caforio, Carlino, Di Nardo, Mascitelli, Pardi , Pedica.
Un’ altra interrogazione è stata infine presentata della Senatrice Radicale Donatella Poretti in data 16 Novembre.
Le problematiche “difficilmente superabili” inerenti questa opera, sono quelle che il Comitato Interregionale No Tubo ha sempre evidenziato, e alla luce dei documenti la politica ne ha preso atto dandogli rilevanza in sede Nazionale.
I Comitati sono lieti che vi sia chi è disponibile ad ascoltare le ragioni dei cittadini e ad anteporle per una volta a quelle delle multinazionali, verificandole ed impegnandosi personalmente per evitare agli Appennini questo “scempio annunciato”.
E’ naturale che di fronte ad affermazioni di funzionari della Commissione Ministeriale VIA (estratti dall’istruttoria VIA del tratto Sulmona Foligno) in cui si dice” Il metanodotto in progetto Sulmona-Foligno DN 1200 (48”) e la centrale di Compressione di Sulmona, come si evince da Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 2004 (CPTI04) redatto dal Gruppo di lavoro CPTI 2004 dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dal DataBase Macrosismico Italiano 2008 (DBMI08, INGV), si trovano in un territorio ad elevata pericolosità sismica, sia dal punto di vista della frequenza di eventi che dei valori di magnitudo.” non si può non rimanere stupiti e preoccupati.

Gli stessi funzionari parlano di “grande valenza naturalistico-ambientale del territorio attraversato dal Metanodotto” mettendo in evidenza già quanto dichiarato dai funzionari della Regione Umbria nel VIA del tratto Foligno Sestino.

I funzionari della Regione Umbria vanno oltre e affermano:“il tracciato coincide per l’Umbria con il progetto APE (Appennino Parco d’Europa) il più importante progetto di sistema avviato nel nostro paese, finalizzato alla conservazione della natura e allo sviluppo sostenibile con l’ambizione strategica della valorizzazione delle risorse naturali e culturali. Nel contesto ambientale appena descritto la messa in opera del metanodotto fa emergere numerose criticità che a volte provocano modificazioni irreversibili degli ecosistemi e delle biocensi presenti”.
“L’intervento sia in fase di cantiere che in fase di esercizio, comporta rilevanti problemi di natura paesaggistica in quanto il tracciato interessa solo in minima parte terreni agricoli pianeggianti, mentre la restante interessa un territorio variegato dal punto di vista geomorfologico ed estremamente delicato e di pregio sotto il profilo paesaggistico ambientale. “
“Inoltre l’alterazione paesaggistica prodotta dall’opera, nonostante le misure di graduale ripristino ambientale previste dal progetto, rimarrà visibile per un tempo considerevole e costituirà un segno pregiudizievole per la salvaguardia dei caratteri paesaggistici del territorio Umbro”.
“Il progetto del metanodotto prevede l’attraversamento di numerosi fossi, torrenti e fiumi. L’importanza ecologica dei corsi d’acqua, per il ruolo che essi svolgono nel mantenimento della connettività ecologica e quali siti di rifugio, migrazione, alimentazione e riproduzione è stato più volte ribadito. Le modificazioni dell’alveo e delle sponde in seguito al loro attraversamento, risultano negative e permanenti. Non è pertanto proponibile una previsione di tracciato che, correndo parallelo ai corsi d’acqua li interseca più volte.”
Più parchi invece i funzionari della Regione Marche, che si sono limitati a poche affermazioni perlopiù generiche e comunque poco incisive. Eppure si tratta delle stesse areee.
Alla luce di questi dati e del fatto che il rilievo ultraregionale del progetto, essendo stato espressamente rivendicato dalla società SNAM Rete Gas SpA e riconosciuto da numerosi atti ministeriali adottati nel corso della fase autorizzativa manca, come evidenziato dal Ricorso trasmesso in Europa il 25 Giugno 2010, di un procedimento V.A.S., qualora sia preso in considerazione quale “piano” o “programma” (direttiva n. 42/2001/CE) ovvero ad un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A. (direttive n. 85/337/CEE e n.97/11/CE) qualora sia considerato quale “opera” unitaria.

Le interrogazioni Parlamentari evidenziano tutte le criticità sopradette della scelta di questo tracciato.

L’attività civile di contrasto a questo disastro ecologico annunciato prosegue anche a Bruxelles, grazie alle interrogazioni parlamentari (ultima quella dell’eurodeputato Rinaldi (IDV) e all’azione diretta dei cittadini.

L’Europa ha infatti comunicato ai Sottoscrittori del Ricorso Europeo “La Provincia di Pesaro – Urbino, la Provincia di Perugia, il Comune di Gubbio, la Comunità Montana del Catria e del Nerone, il Comitato umbro-marchigiano “No Tubo”, i Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, il Comitato civico “Norcia per l’Ambiente”,il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, l’associazione La Lupus in Fabula onlus, la Federazione nazionale Pro Natura, il WWF Italia, Mountain Wilderness Italia, Italia Nostra, l’A.R.C.I. Caccia della Provincia di Perugia” e alle centinaia di cittadini che hanno scritto personalmente il ricorso, che la pratica è stata “PROTOCOLLATA” e la denuncia verrà esaminata.

Ci si chiede, a questo punto, quando gli Assessori all’Ambiente e i Presidenti delle Regioni interessate dal progetto e dalle relative proteste (Umbria- Marche-Abruzzo) daranno risposta alle interrogazioni presentate nelle singole Regioni ed inizieranno a confrontarsi con i rappresentanti dei comitati e delle associazioni (cioè coi cittadini) che stanno lavorando per la salvaguardia dei territori, di chi ci vive e dell’economia delle zone montane e rurali.



p. Comitato No Tubo
Matteo Ottaviani

p. Gruppo d'Intervento Giuridico onlus
dott. Stefano Deliperi

venerdì 26 novembre 2010

Interrogazione alla Camera sul Gasdotto Brindisi Minerbio

Interrogazione a risposta in Commissione


Ai Ministri dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, per i Beni e le Attività Culturali,


Per sapere – premesso che:

nel gennaio 2005 la Snam Rete Gas s.p.a (avente come partner per la distribuzione la Società British Gas) ha presentato un progetto volto alla realizzazione di un metanodotto denominato “Rete Adriatica” della lunghezza complessiva di km 687 (tubazione di diametro 1200 mm. A mt.5 di profondità, servitù di mt.40) e lungo un unico tracciato che va da Massafra (Prov.Taranto) fino Minerbio, (Prov. Bologna), in forza anche di dichiarazioni di pubblica utilità, alcune delle quali scadute e relative anch’esse ad ogni singolo tratto;

il tracciato di cui sopra –secondo i documenti prodotti dalla Snam per gli studi di impatto ambientale - si sviluppa lungo i seguenti lotti funzionali: Metanodotto Massafra-Biccari – DN 1220 (48’’), LUNGO 194,7 KM; Metanodotto Biccari – Campochiaro – DN 1220 (48’’), lungo 70,6 km; Metanodotto Sulmona – Foligno – DN 1200 (48’’), lungo 167,7 km; Centrale di decompressione di Sulmona, n°3 turbo compressori da 33 Mw; Metanodotto Foligno – Sestino – DN 1220 (48’’), lungo 113,8 km; Metanodotto Sestino – Minerbio – DN 1200 (48’’), lungo 142,6 km;

si tratta – come si evince chiaramente da quanto illustrato - di un’opera le cui parti sono funzionalmente connesse e programmate per realizzare un’unica struttura di attraversamento di parte rilevantissima della dorsale appenninica, interessando dieci regioni, tre parchi nazionali, uno regionale ed oltre venti siti di rilevanza comunitaria;

il metanodotto -e la connessione delle singole tratte di cui esso è composto alla Rete Adriatica- ha un indubbio valore strategico ed una rilevanza ultraregionale: le opere in questione collegano infatti metanodotti esistenti alla Rete nazionale, conferendo flessibilità al sistema di trasporto globale, di cui potenziano le capacità di compressione e riconnettono il nodo di Minerbio, dove convergono i metanodotti esistenti del Transmed e dell'importazione dalla Russia, ai terminali del trasporto dei volumi di gas attualmente immessi nei punti di entrata da Sud (Mazara del Vallo e Gela), in interconnesione con i metanodotti internazionali da Algeria e Libia, quindi anche indipendentemente dal rigassificatore di Brindisi, che pure consente il collegamento dall'Est Europa;

il rilievo ultraregionale del progetto è stato espressamente rivendicato dalla società SNAM Rete Gas SpA e riconosciuto da numerosi atti ministeriali adottati nel corso della fase autorizzativa;

alla luce delle caratteristiche del progetto e della sua rilevanza, appare irragionevole la decisione di procedere attraverso una serie di procedure di valutazione di impatto ambientale – V.I.A parziali e minimali anziché essere assoggettato ad un preventivo e vincolante procedimento di valutazione ambientale strategica – V.A.S., qualora sia preso in considerazione quale “piano” o “programma” (direttiva n. 42/2001/CE) ovvero ad un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A. (direttive n. 85/337/CEE e n.97/11/CE) qualora sia considerato quale “opera” unitaria;

il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 agli artt. 4 e ss. -e successive modifiche ed integrazioni- stabiliscono che i piani o programmi che possono avere effetti sensibili sull’ambiente devono essere sottoposti a preventivo e vincolante procedimento di valutazione ambientale strategica V.A.S;

la prassi amministrativa seguita sino ad ora è in palese violazione delle disposizioni comunitarie e nazionali che impongono la valutazione complessiva degli interventi proposti come interpretato dalla giurisprudenza comunitaria e da quella amministrativa nazionale;

il tracciato del gasdotto interessa direttamente o indirettamente numerose aree naturali protette (così come definite dalla legge n. 394/1191 e successive modificazioni e integrazioni) tra cui i parchi nazionali della Maiella, dei monti Sibillini e del Gran Sasso, il parco naturale regionale del Velino-Sirente nonché diverse siti di importanza comunitaria (S.i.c) e/o zone di protezione speciale (Z.P.S.) tra cui: area delle Gravine (codice IT913007), valle Ofanto-Lago di Capaciotti (codice IT9120011), valle del Cervaro-bosco dell'Incoronata (codice IT9110032), sorgenti ed alta valle del fiume Fortore (codice IT8020010), bosco di Castelvetere in Valfortore (codice IT802006), bosco di Castelpagano (codice IT2020005), sella di Vinchiatauro (codice IT222296), la Gallinola-monte Miletto-monti del Matese (codice IT222287), Maiella (codice IT7140203), Maiella sud-ovest (codice IT7110204), monte Genzana (codice IT7110100), Parco nazionale della Maiella (Z.p.s., codice IT7140129), Fiumi-Giardino-Saggitario-Aterno-sorgenti del Pescara (codice IT7110097), Velino-Silente (codice IT1100130), fiume Topino (codice IT5210024), boschi bacino di Gubbio (codice IT5210010), Boschi di Pietralunga (codice IT5210004), valli e ripristini ambientali di Argenta, Medicina e Molinella (codice IT4050022), valli di Medicina e Molinella (codice IT4050017), biotopi e ripristini ambientali di Budrio e Minerbio (codice IT4050023), Valle Benni (codice IT4050006);

numerose sono poi le aree tutelate con vincolo paesaggistico e ambito di piano paesaggistico anche con misure di conservazione integrale, interessate dal tracciato del gasdotto;

come sopra esposto il gasdotto ha la finalità di realizzare il raddoppio delle infrastrutture di trasporto del gas lungo il versante adriatico del territorio nazionale in analogia a quanto realizzato sul versante tirrenico;

non è chiaro pertanto quali siano le reali motivazioni che hanno fatto sì che il tracciato all’altezza di Biccari (FG) sia stato dirottato lungo la dorsale appenninica dove incontra criticità –non esistenti sul versante adriatico- quali la presenza di aree boschive e aree protette, nonché il rischio idrogeologico che interessa l’area;

è altresì alquanto sorprendente che non si consideri il notevole tasso di sismicità della dorsale Appenninica quale elemento di criticità;

in data 7 ottobre 2010 la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale –VIA E VAS del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, ha espresso parere favorevole riguardo alla compatibilità ambientale del tratto di metanodotto Sulmona-Foligno e centrale di compressione di Sulmona – parere richiesto dal proponente Snam Rete Gas S.p.A;

nello stesso, la Commissione pone come condizione che si ottemperi a numerose prescrizioni che appaiono contraddittorie rispetto alla stessa espressione del parere favorevole e gli stessi funzionari del Ministero rilevano che “Il metanodotto in progetto Sulmona-Foligno DN 1200 (48”) e la centrale di Compressione di Sulmona, come si evince da Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 2004 (CPTI04) redatto dal Gruppo di lavoro CPTI 2004 dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dal DataBase Macrosismico Italiano 2008 (DBMI08, INGV), si trovano in un territorio ad elevata pericolosità sismica, sia dal punto di vista della frequenza di eventi che dei valori di magnitudo”;

avverso tale progetto, in data 25 giugno 2010 è stato presentato ricorso ex art. 226 Trattato CE alla Commissione Europea da amministrazioni pubbliche (Province di Pesaro-Urbino e di Perugia, Comunità Montana Catria e Nerone, Comune di Gubbio e Comune dell’Aquila), associazioni ecologiste e venatorie;

diversi enti territoriali hanno altresì espresso il loro parere in proposito, spesso negativo: Consiglio regionale delle Marche con mozione n.200 del 18 settembre 2007 ha dato all’unanimità parere negativo sull’opera, mentre con decreto dirigenziale n.76/VAA_8 del 25 luglio 2008 è stato fornito parere positivo fortemente condizionato; la Regione Umbria ha rilasciato un parere positivo condizionato nell’ambito di procedimento di V.I.A. con determinazione n. 3792 del 6 maggio 2005 e successive integrazioni di cui alla determinazione dirigenziale n. 6347 del 7 luglio 2006; la Regione Toscana ha espresso parere positivo condizionato con deliberazione Giunta regionale n.372 del 28 maggio 2007; la Comunità montana del Catria e Nerone di Cagli, Pesaro e Urbino risulta avere espresso parere contrario; la Comunità montana Alto e medio Metauro ha espresso parere positivo condizionato; la Comunità montana Alto Tevere Umbro e la Comunità montana di Alto Chiascio, nei cui territori sono compresi i tratti che interessano Pietralunga, Città di Castello e Gubbio, non sono mai state coinvolte nell’istruttoria dell’atto in questione né hanno mai formulato alcun parere in merito etc... l’elenco è lungo e riguarda comuni e Provincie interessate;

è grave l’assenza di una valutazione sull’impatto complessivo di una struttura che interessa dieci regioni del Paese e che ha una indubbia valenza strategica;

se i Ministri in indirizzo, alla luce di quanto illustrato in premessa, non intendano convocare con urgenza un tavolo che coinvolga, oltre a Snam, le amministrazioni locali interessate dal progetto, i comitati di cittadini e le associazioni ambientaliste al fine di valutare insieme le criticità del progetto in ordine al rischio sismico ed idrogeologico dei territori interessati dal progetto e alla pericolosità del prodotto trasportato assicurando altresì una più adeguata informazione, partecipazione e consapevole scelta delle comunità locali, in ossequio alle disposizioni comunitarie sulle informazioni pubbliche ambientali in ordine all'uso del territorio e valutando in quella sede tutte le possibili opzioni alternative di progetto, nell'ottica di minimizzazione degli impatti -che non sembrano finora essere state esaustivamente studiate - sullo sviluppo turistico ed agricolo delle zone coinvolte dal tracciato, con particolare riferimento all'interferenza dello stesso con aree naturali protette, ecosistemi, biodiversità;

se, in applicazione del principio di precauzione di cui all'ex art. 174 del trattato istitutivo della Comunità Europa, non si intenda nell'immediato sospendere cautelativamente l'iter procedurale in corso al fine di acquisire, sul complesso dell'opera e non soltanto sulle singole frazioni della medesima, una preventiva VAS, anche al fine di evitare in sede comunitaria responsabilità nazionali e nel rispetto della normativa nazionale;

quali provvedimenti intenda adottare il Ministro per i beni e le attività culturali riguardo all’impatto del progetto sulle aree tutelate da vincolo paesaggistico;

quali siano le tempistiche procedurali future delle singole tratte ancora oggetto di valutazione o autorizzazione, quali siano i pareri degli enti gestori di aree protette nazionali acquisiti, i pareri delle autorità preposte ai diversi vincoli o misure di conservazione che interessano i territori attraversati dal tracciato, nonché le valutazioni circa la corretta applicazione delle procedure per il rinnovo di dichiarazioni di pubblica utilità avverso le quali è stato parimenti promosso ricorso, per la conseguente adozione degli opportuni provvedimenti che, nell'immediato, possano garantire la corretta osservanza del quadro normativo comunitario e nazionale posto a tutela dell'ambiente, assicurando in ogni caso che sia esperita una valutazione ambientale strategica o unitaria sul complesso del metanodotto di cui in parola.

se infine, considerate le problematiche espresse difficilmente superabili, non intendano bloccare le procedure riferite al percorso previsto, disponendo lo spostamento del tracciato del gasdotto dalla dorsale appenninica lungo altre direttrici come sopra ipotizzato, a partire da quella del corridoio adriatico;


On. Walter Verini

On. Massimo Vannucci

On. Raffaella Mariani

On. Giovanni Lolli

On. Vittoria D’Incecco

On. Sandro Gozi

On. Maria Letizia De Torre

giovedì 18 novembre 2010

venerdì 12 novembre 2010

Comunicato Stampa

Apecchio 12-Novembre 2010

L’Italia, senza dubbio, è un Paese dove si fa di tutto per agevolare le cosiddette catastrofi naturali.
Quasi tutte sono in realtà catastrofi innaturali, spesso annunciate. Si candida a esser una di queste il progetto Snam del gasdotto appenninico.
Spezzettato in cinque tronconi, pur essendo un unico progetto funzionale, non è stato sottoposto a un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A., né alla procedura di valutazione ambientale strategica – V.A.S.

Associazioni, comitati, Enti locali si sono già rivolti alla Commissione europea denunciando la palese violazione delle normative comunitarie in materia, interrogazioni parlamentari sono state presentate al Parlamento europeo e al Senato della Repubblica. Eppure la Commissione tecnica di verifica degli impatti – V.I.A. e V.A.S. ha recentemente emesso il parere n. 535 del 7 ottobre 2010 in merito a un procedimento di V.I.A. riguardante un solo troncone progettuale, il tratto Sulmona – Foligno, con la centrale di compressione di Sulmona.

Attraversamento di aree naturali protette, siti di importanza comunitaria, zone tutelate con vincoli ambientali, ma, soprattutto, dell’ area a maggiore (e devastante) attività sismica nazionale.

Dicono i Funzionari Ministeriali:” Il metanodotto in progetto Sulmona-Foligno DN 1200 (48”) e la centrale di Compressione di Sulmona, come si evince da Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 2004 (CPTI04) redatto dal Gruppo di lavoro CPTI 2004 dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dal DataBase Macrosismico Italiano 2008 (DBMI08, INGV), si trovano in un territorio ad elevata pericolosità sismica, sia dal punto di vista della frequenza di eventi che dei valori di magnitudo.”

Un’evidente fattore di rischio inibitore per un’opera come questa, insieme anche ai rischi connessi all’attraversamento di territori a vincolo idrogeologico (il 47% circa di questa tratta per 80 chilometri circa su 168) e il taglio di boschi (una fascia di oltre 18 metri) per 34 chilometri circa sempre solamente su questa tratta.

Oltretutto gli stessi Funzionari parlano di “grande valenza naturalistica-ambientale del territorio attraversato dal metanodotto” mettendo dunque in evidenza l’errata scelta di un percorso che va ad intaccare gli ultimi lembi del territorio italiano rimasti integri, preziosi per la salvaguardia della biodiversità intesa nel suo complesso, per la valenza del paesaggio ed un economia legata al turismo rurale, in forte espansione in questi ultimi anni e infine intaccando territori preziosi per la raccolta del tartufo.

Ci chiediamo se è stata inoltre compiuta una valutazione delle tartufaie che verranno distrutte in Umbria dal passaggio di questa opera?

Infine le tesi sostenute dal proponente a proposito delle alternative di tracciato appaiono superficiali e l’opzione litoranea, accanto al gasdotto già esistente, su servitù già acquisite non viene neppure menzionata e tantomeno viene citata l’opzione marittima.

Con palese contraddittorietà il parere della Commissione tecnica di verifica degli impatti è positivo, anche se con condizioni.
Riguardo poi le “condizioni” imposte alla Snam, dubitiamo che queste vengano rispettate per la complessità e la delicatezza dei territori attraversati ed inoltre difficilmente avremo tecnici o funzionari che si occuperanno di verificarne l’osservanza poiché, come solitamente accade in Italia, per l’ambiente e la sicurezza mancano i fondi e sono posti in secondo piano.

Qualora il Ministero dell’ambiente assuma la decisione finale conforme a tale parere, avrà l’opportuna risposta in sede legale.

lunedì 8 novembre 2010

Metanodotto, no al progetto


L'AQUILA. Bandiere, striscioni, slogan, ma anche disegni dei bambini davanti all'Emiciclo per scongiurare il passaggio del metanodotto nelle aree terremotate. In occasione della doppia seduta del Consiglio regionale, i comitati cittadini per l'ambiente, provenienti da tutta la provincia hanno chiesto l'impegno per un dispositivo normativo che blocchi la realizzazione dell'impianto. Ma i tempi sono stretti e il progetto va avanti. IL PROGETTO. Il tracciato Sulmona-Foligno (167 km) che interessa le aree terremotate è parte integrante della rete di distribuzione che la Snam ha progettato a livello nazionale, sin dal 2004. Il tracciato è lungo l'arco dell'Appennino centrale. Una zona notoriamente interessata da fenomeni sismici.

Di qui la preoccupazione dei comitati delle aree attraversate. In particolare, nella Valle Peligna, dove è prevista anche la centrale di compressione, il metanodotto correrebbe a ridosso della faglia attiva del Morrone mentre, nell'Aquilano, insisterebbe proprio sulle località già colpite dal disastroso terremoto del 6 aprile 2009: tra queste l'Aquila, Pizzoli, Montereale, San Demetrio, Poggio Picenze, Barisciano, San Pio delle Camere, Navelli. I COMITATI. «Chiediamo una legge regionale», ha spiegato Giovanna Margadonna per conto dei comitati, «che vieti l'installazione di impianti del genere impattanti e assolutamente rischiosi nelle aree terremotate come la nostra, con zone di pericolosità sismica 1 e 2. Bisogna fare in fretta, perché ormai siamo alle battute finali del progetto. Di fatto c'è bisogno di provvedimenti legislativi analoghi a quelli predisposti per il Centro oli, per questo motivo abbiamo scelto di provuovere il sit-in, parallelamente alla discussione della legge sugli idrocarburi». Preoccupato anche il portavoce Mario Pizzola. «Ormai siamo agli sgoccioli», spiega, «e l'installazione di questa opera pericolossisima è prossima».

Pd contro il metanodotto Snam «La Regione blocchi il piano»

SULMONA. Il Pd contro il metanodotto rilancia le richieste già fatte dai comitati. «È necessario» incalza il segretario del partito Mimmo Di Benedetto «che la parola torni di nuovo al consiglio comunale per far sì, così come suggerito dai comitati, che la Regione approvi una legge che vieti impianti impattanti e pericolosi in zone sismiche, ma anche per decidere l'adesione del Comune al ricorso alla Commissione europea contro il progetto Snam, così come hanno già fatto il Comune di Gubbio e le Province di Perugia e di Pesaro-Urbino. È una giunta inadeguata quella di palazzo San Francesco basta vedere la disattenzione che sta mostrando circa la realizzazione dei progetti Snam. Non è credibile nascondersi dietro l'alibi fornito dal presidente Gianni Chiodi, che il metanodotto, in quanto struttura di pubblica utilità, debba passare ai piedi del Morrone per poi risalire la dorsale appenninica». (f.p.)

giovedì 4 novembre 2010

LA NAZIONE 02 NOV


IL SUPERGASDOTTO SOTTO ACCUSA

venerdì 22 ottobre 2010

COMUNICATO STAMPA 21 OTTOBRE

Apecchio 21-10-2010

Dopo l’incontro del 17 Settembre 2010 sul Gasdotto Brindisi Minerbio, tenutosi all’Aquila su convocazione del comune e al quale hanno partecipato il Vicepresidente del Consiglio Regionale Umbro Orfeo Goracci, l’assessore della Provincia di Perugia Stefano Feligioni, l’assessore all’ambiente del Comune di Gubbio Lucio Panfili, rappresentanti della Regione Marche e della Provincia di Pesaro Urbino insieme a rappresentanze dei Comitati sorti nelle varie regioni interessate, durante il quale si è stabilita una strategia comune di azione, oltre a ribadire l’impossibilità di accettare un tracciato appenninico per il gasdotto, anche altre iniziative politiche nazionali ed Europee sono state prese in questi giorni.
Il 15 settembre è stata presentata al Senato una interrogazione da parte dell’IDV a firma dei Senatori BELISARIO , GIAMBRONE , CAFORIO , CARLINO , DI NARDO , MASCITELLI , PARDI , PEDICA nella quale gli stessi chiedono, Ai Ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle infrastrutture e dei trasporti, spiegazioni sull’opera, sul tracciato prescelto, sui rischi connessi alla realizzazione di questa infrastruttura nei territori Appenninici e se la stessa è compatibile con la normativa Europea.
Il 30 Settembre l’Europarlamentare Italiano (Rinaldi – IDV) ha presentato una Interrogazione alla Commissione Europea sulla stessa questione.
Lo stesso Rinaldi nel comunicato stampa relativo alla sua interrogazione dice :

"È necessario che la Commissione si impegni in maniera concreta e  
 speditiva a valutare la correttezza delle procedure e l'opportunità  
del tracciato del gasdotto Snam Rete Gas".
"Vogliamo capire quando e quali iniziative intenda adottare la  
Commissione dinanzi ad un progetto che presenta numerosi profili  
problematici, dai costi esorbitanti rispetto al raddoppio delle  
linee dei gasdotti già esistenti, allo scempio dell'intero dorsale  
appenninico che non potrà mai tornare come prima, al considerevole  
rischio sismico. Siamo in presenza di un  clamoroso esempio di  
cattiva attuazione di importanti direttive comunitarie. La  
commissione ha già fatto sapere che segue il caso da vicino, ma  
adesso occorre un approccio il più preciso ed esaustivo possibile,  
con un coinvolgimento immediato delle numerose amministrazioni  
locali che già si sono pronunciate contro la realizzazione di un  
tale eco-mostro. Nel frattempo - conclude l'eurodeputato IdV -  
rimaniamo a disposizione, come interlocutori europei, delle  
amministrazioni locali e associazioni ecologiste che da tempo si  
sono mobilitate per chiedere la revisione del progetto".

Le iniziative e l’attenzione sia nazionale che europea sul gasdotto hanno incontrato il favore dei cittadini che da anni si battono contro la realizzazione di questo progetto così devastante per tutta l’Italia Centrale.

mercoledì 22 settembre 2010

Comune dell'Aquila - Assessorato all'ambiente

L’Aquila, 20 settembre 2010
COMUNICATO STAMPA
Su iniziativa dell’Assessore al’Ambiente del Comune dell’Aquila Alfredo Moroni, si è svolto un incontro tra rappresentanti istituzionali, esponenti dei comitati ed esperti per approfondire insieme il progetto presentato dalla SNAM Rete Gas spa (che ha come partner per la distribuzione la Società British Gas) per la realizzazione del “Metanodotto Rete Adriatica” della lunghezza complessiva di Km 687 (tubazione di diametro mm 1200 a mt 5 di profondità).
Sono intervenuti, oltre allo stesso Moroni, in rappresentanza del Sindaco dell’Aquila On.le Massimo Cialente, il Vicepresidente del Consiglio regionale dell’Umbria Orfeo Goracci, il Consigliere regionale delle Marche Gino Traversini, il Sindaco di Gubbio Lucio Panfili, il Consigliere Provinciale di Perugia Stefano Feligioni, il Sindaco di Cittareale (Ri) Pierluigi Feliciangeli, l’Assessore all’Ambiente del Comune di Sulmona Mauro Tirabassi, il Presidente della Comunità Montana Peligna Antonio Carrara, il Sindaco di Navelli Paola Di Iorio, l’Assessore di Fagnano Alto Marcello Parlante, il Consigliere Comunale di Pratola Peligna Luigi Pizzoferrato, Aldo Loris Cucchiarelli in rappresentanza del Comitato No Tubo, Mario Pizzola in rappresentanza del Comitato Civico di Sulmona.
Nel corso della riunione sono stati esaminati i contenuti e gli aspetti tecnici del progetto, sia in relazione al tracciato complessivo che va da Massafra (Ta) a Minerbio (Bo), sia con riferimento al tratto Sulmona-Foligno (con centrale di compressione gas a Sulmona) sul quale la SNAM in data 9 giugno 2010 ha chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico il rinnovo della dichiarazione di pubblica utilità.
La nuova struttura dovrebbe potenziare la rete esistente e fungere da passaggio del gas proveniente dal Nord Africa verso il Nord Europa, senza alcuna fornitura - e, dunque, alcun beneficio, - per i territori interessati. Peraltro il progetto, dopo aver inspiegabilmente subito una variante nel suo percorso all’altezza di Biccari (Fg), è stato ridisegnato verso l’interno lungo la dorsale appenninica, senza prendere in esame l’elevato rischio sismico che interessa le depressioni tettoniche dell’Appennino Centrale il cui tasso di sismicità è ormai ampiamente dimostrato, oltre che dagli studi, dal sisma che colpì Umbria e Marche nel 1997 e dal drammatico terremoto che ha sconvolto L’Aquila e l’Abruzzo interno il 6 aprile 2009. Al punto che, nel corso dell’incontro, l’opera è stata ironicamente ridenominata “Metanodotto del Cratere”. Le posizioni registrate durante il lungo ed articolato dibattito hanno posto in risalto, oltre al citato rischio sismico dei territori interessati dal progetto, la pericolosità del prodotto trasportato, la necessità di una consapevole scelta delle comunità locali in ordine all’uso del territorio, i danni in termini di sviluppo turistico delle zone coinvolte dal tracciato che interessano numerose aree naturali protette (il corridoio appenninico del progetto APE – Appennino Parco d’Europa, strategico per la tutela della biodiversità e per lo sviluppo eco-sostenibile, ne è la testimonianza), il blocco di previsti sviluppi urbanistici per alcune piccole realtà, problemi legati all’agricoltura e all’uso del suolo.
A conclusione del dibattito, gli intervenuti – pur consapevoli della ristrettezza dei tempi - hanno unanimemente espresso un parere nettamente contrario al progetto e chiesto che venga presentato un nuovo progetto che preveda un tracciato alternativo alla dorsale appenninica.

Hanno inoltre costituito un Gruppo di coordinamento, indicando come capofila il Comune dell’Aquila, per proseguire unitariamente e non più come singoli territori tutte le iniziative di contrasto al progetto, tra le quali:
- la redazione di un documento unico da portare in approvazione in tutti gli Enti interessati;
- una conferenza stampa congiunta da programmare nei prossimi giorni a L’Aquila per spiegare le ragioni del dissenso rispetto al progetto SNAM;
- l’affissione di un manifesto in tutte le realtà interessate per sensibilizzare l’opinione pubblica;
- il coinvolgimento dei Consigli regionali e del Parlamento;
- un ricorso alla Commissione Europea nel caso in cui venga dichiarata la pubblica utilità da parte del competente Ministero.


L’Assessore
Alfredo Moroni

martedì 21 settembre 2010

COMUNE L'AQUILA A CAPO DI ENTI INSORTI

L’AQUILA - Il Comune dell’Aquila si mette a capo del comitato di Enti che dicono no al progetto del nuovo “Metanodotto Rete Adriatica” della Snam e British Gas e chiedono un tracciato alternativo a quello disegnato che passerebbe lungo la dorsale appenninica.

Riuniti in un comitato di cui l’amministrazione aquilana sarà capofila, gli Enti si oppongono al progetto della tubazione, interrata a 5 metri di profondità e larga 1 metro e 20 centimetri, che dovrebbe potenziare la rete esistente e fungere da passaggio del gas proveniente dal Nord Africa verso il Nord Europa, ma senza alcuna fornitura e, dunque, alcun beneficio, per i territori interessati.

Inoltre, il tracciato di 687 chilometri è stato ridisegnato verso l’interno lungo la dorsale appenninica, senza curarsi dell’elevato rischio sismico delle aree testimoniato dai terremoti di Umbria e Marche nel 1997 e quello dell’Aquila l’anno scorso, al punto che, nel corso dell’incontro, l’opera è stata ironicamente ridenominata “Metanodotto del cratere”.

la pericolosità del prodotto che sarebbe trasportato dal metanodotto, i danni in termini di sviluppo turistico delle zone coinvolte dal tracciato, che interessano numerose aree naturali protette, il blocco di previsti sviluppi urbanistici per alcune piccole realtà, oltre che problemi legati all’agricoltura e all’uso del suolo.

Le prossime iniziative di contrasto al progetto del gruppo di coordinamento saranno un documento unico da portare in approvazione in tutti gli Enti interessati, una conferenza stampa congiunta da programmare nei prossimi giorni all’Aquila per spiegare le ragioni del dissenso rispetto al progetto Snam, l’affissione di un manifesto in tutte le realtà interessate per sensibilizzare l’opinione pubblica, il coinvolgimento dei Consigli regionali e del Parlamento, un ricorso alla Commissione Europea nel caso in cui venga dichiarata la pubblica utilità del tratto Sulmona-Foligno (con centrale di compressione gas a Sulmona) da parte del ministero dello Sviluppo economico.

I RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI INSORTI CHE ERANO ALLA RIUNIONE

Oltre all’assessore all’Ambiente dell’Aquila, Alfredo Moroni, in rappresentanza del sindaco Massimo Cialente, nel vertice aquilano sono intervenuti il vice presidente del Consiglio regionale dell’Umbria, Orfeo Goracci, il consigliere regionale delle Marche, Gino Traversini, il sindaco di Gubbio, Lucio Panfili, il consigliere provinciale di Perugia, Stefano Feligioni, il sindaco di Cittareale (Rieti), Pierluigi Feliciangeli, l’assessore all’Ambiente del Comune di Sulmona, Mauro Tirabassi, il presidente della Comunità montana Peligna, Antonio Carrara, il sindaco di Navelli, Paola Di Iorio, l’assessore di Fagnano Alto, Marcello Parlante, il consigliere comunale di Pratola Peligna, Luigi Pizzoferrato, e poi Aldo Loris Cucchiarini, in rappresentanza del Comitato No Tubo e Mario Pizzola in rappresentanza del Comitato civico di Sulmona.

venerdì 10 settembre 2010

USA: ESPLODE GASDOTTO A SAN FRANCISCO, DISTRUTTE 53 CASE

Lo scoppio causato da una condotta sotterranea che passa nella zona vicina all'aeroporto

SAN FRANCISCO - Terrore a San Francisco per una fortissima esplosione nella zona di San Bruno, nei pressi dell'aeroporto internazionale. Il bilancio provvisorio è di almeno un morto e di 30 feriti. Ad esplodere sarebbe stata una grossa condotta sotterranea di gas naturale che passa nella zona. Lo scoppio è stato fortissimo e gli abitanti della zona hanno pensato a un sisma o ad un incidente aereo. Dopo la deflagrazione è scoppiato un gigantesco incendio con fiamme alte fino a 18 metri, che ha distrutto oltre 50 abitazioni. «Abbiamo confermato che ci sono 53 strutture, per la maggior parte case, che sono andate perse, circa 120 sono danneggiate», ha spiegato alla tv Ktla Kelly Juston, dell'agenzia per la gestione delle emergenze in California. La conduttura del gas appartiene all'utility californiana Pacific Gas & Electric, secondo quanto riferito dalla stessa società in una nota.

ANCORA IGNOTA LA CAUSA - «Benché la causa debba ancora essere determinata, sappiamo che una linea di trasmissione del gas si è rotta. Se si capirà che la causa dell'incidente è nostra colpa, ci prenderemo le nostre responsabilità», si legge nel comunicato. Un aereo anti-incendio ha assistito i vigili del fuoco nel domare le fiamme, che si sono diffuse rapidamente a causa del vento dopo l'esplosione, avvenuta alle 18 ora locale (le tre di notte italiane). «L'incendio è domato al 50%», ha detto in una conferenza stampa il capo dei pompieri di San Bruno.

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lunedì 30 agosto 2010

Osservazioni contro richiesta pubblica utilità sul tratto Sulmona ntro richiesta pubblica utilità sul tratto Sulmona-Foligno del gasdotto Brindisi Mi

Le associazioni e comitati ecologisti Gruppo d’Intervento Giuridico Natura, WWF, Italia Nostra (Sezione di Pesaro e Fano) Sulmona, Comitato civico Norcia per l’ambiente economico (Dipartimento per l’energia) uno specifico (D.P.R. n. 327/2001 e s.m.i.) per la realizzazione d Sulmona da parte della Snam Rete Gas s.p.a.

Per opportuna conoscenza ne è stata inviata copia alla attività culturali, ai Presidenti delle Regioni Abruzzo In realtà il tratto del gasdotto denominato “Rete Adriatica Brindisi-Minerbio” dalle caratteristiche pesantemente impattanti: una 687 (tubazione di diametro 1.200 mm. a mt. 5 di profondità, servitù di mt. 40), un Prov. Taranto) fino all’Italia settentrionale (Minerbio, Prov. Bologna). Un (Massafra-Biccari; Biccari-Campochiaro; centrale di compressione Sulmona; Sulmona Minerbio) che attraversa ben dieci Regioni Toscana, Emilia-Romagna), interessando aree di rileva naturale regionale, 21 siti di importanza comunitaria Marche) e idrogeologico, senza che sia stato effettuato un unico (direttive n. 85/337CEE e n. 97/11/CE) come richiesto da normativa e giurisprudenza comunitaria (vds. es. Cor Giustizia CE, Sez. II, 28 febbraio 2008, causa C n. 01/42/CE).
Avverso tale progetto è stato presentato pubbliche (Province di Pesaro-Urbino e di associazioni ecologiste (Gruppo d’Intervento Giuridico WWF, Italia Nostra, Mountain Wilderness per l’ambiente, La Lupus in Fabula) e venatorie ( Non solo. Il deputato catalano Raül Romeva i Rueda un’interrogazione prioritaria al Parlamento europeo europea nei confronti del progetto Snam impatto ambientale del progetto e chiedendo alla della normativa comunitaria – per ricondurre l’ valutazione di impatto ambientale (nn. 85/337/CEE e 97/11/CE), di e di tutela degli habitat naturali e semi-naturali Una nuova importante iniziativa a sostegno delle legittime richieste di nazionali e territoriali per la salvaguardia economico-sociale delle collettività locali interessate. Gruppo d’Intervento Giuridico, Comitato “No Tubo” Italia Nostra (Sezione di Pesaro e Fano), Mountain Wilderness, Comitati cittadini per l’ambiente di Norcia per l’ambiente hanno inoltrato (27 agosto 2010) al (Dipartimento per l’energia) uno specifico ricorso avverso il rinnovo della dichiarazione di pubblica utilità (D.P.R. n. 327/2001 e s.m.i.) per la realizzazione del gasdotto Sulmona – Foligno e della da parte della Snam Rete Gas s.p.a.

Per opportuna conoscenza ne è stata inviata copia alla Commissione europea, ai Ministeri dell’ambiente Regioni Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche. denominato “Sulmona-Foligno” è solo una parte dell’unico dalle caratteristiche pesantemente impattanti: una lunghezza complessiva (tubazione di diametro 1.200 mm. a mt. 5 di profondità, servitù di mt. 40), un unico tracciato Prov. Taranto) fino all’Italia settentrionale (Minerbio, Prov. Bologna). Un progetto suddiviso in cinque tronconi Campochiaro; centrale di compressione Sulmona; Sulmona-Foligno; Foligno dieci Regioni (Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche, Romagna), interessando aree di rilevante importanza naturalistica (3 parchi nazionali 21 siti di importanza comunitaria)[1], aree a gravissimo rischio sismico sia stato effettuato un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale (direttive n. 85/337CEE e n. 97/11/CE) come richiesto da normativa e giurisprudenza comunitaria (vds. es. Cor Giustizia CE, Sez. II, 28 febbraio 2008, causa C-2/07) né una procedura di valutazione ambientale strategica Avverso tale progetto è stato presentato ricorso alla Commissione europea (25 giugno 2010) da amministrazioni e di Perugia, Comunità Montana Catria e Nerone Gruppo d’Intervento Giuridico, Comitato “No Tubo”, Federazione nazionale Pro Natura Mountain Wilderness, Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona ) e venatorie (Arci Caccia – Perugia). Raül Romeva i Rueda, del Gruppo Verdi/A.L.E., ha presentato il Parlamento europeo chiedendo quali iniziative intenda adottare la progetto Snam di gasdotto “Rete Adriatica”, evidenziando le caratteristiche di pesante impatto ambientale del progetto e chiedendo alla Commissione europea quali iniziative intenda assumere per ricondurre l’Italia alla corretta applicazione delle direttive europee in materia di (nn. 85/337/CEE e 97/11/CE), di valutazione ambient naturali (n. 92/43/CEE). a sostegno delle legittime richieste di Enti locali, associazioni salvaguardia dell’Appennino, dei valori naturalistici, paesaggistici e del tessuto sociale delle collettività locali interessate. Comitato “No Tubo”, Federazione nazionale Pro Comitati cittadini per l’ambiente di hanno inoltrato (27 agosto 2010) al Ministero per lo sviluppo dichiarazione di pubblica utilità e della centrale di compressione di Ministeri dell’ambiente e dei beni e è solo una parte dell’unico progetto Snam di gasdotto lunghezza complessiva di km. unico tracciato dal Sud (Massafra, progetto suddiviso in cinque tronconi Foligno; Foligno-Sestino; Sestino- (Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche, 3 parchi nazionali, 1 parco chio sismico (Abruzzo, Umbria, procedimento di valutazione di impatto ambientale (direttive n. 85/337CEE e n. 97/11/CE) come richiesto da normativa e giurisprudenza comunitaria (vds. es. Corte di procedura di valutazione ambientale strategica (direttiva (25 giugno 2010) da amministrazioni unità Montana Catria e Nerone, Comune di Gubbio), Federazione nazionale Pro Natura, Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, Comitato civico Norcia , ha presentato il 20 luglio 2010 chiedendo quali iniziative intenda adottare la Commissione , evidenziando le caratteristiche di pesante quali iniziative intenda assumere – in rispetto alla corretta applicazione delle direttive europee in materia di valutazione ambientale strategica (n. 01/42/CE) associazioni e comitati ecologisti , dei valori naturalistici, paesaggistici e del tessuto

giovedì 12 agosto 2010

COMUNICATO STAMPA 11 AGOSTO

La Snam rete gas, in risposta all’interrogazione Europea presentata dal deputato catalano Raül Romeva i
Rueda il 20 luglio 2010-07-29 tranquillizza tutti; la Snam afferma di avere grande sensibilità verso i territori
coinvolti, di effettuare il ripristino geomorfologico e vegetazionale dei siti allo scopo di restituirli alle
condizioni iniziali, etc etc

Peccato che i Funzionari dei servizi Naturalistico-Paesaggistici e Faunistico-Venatori della Regione Umbria
non siano della stessa opinione e nel parere reso nell’ambito del procedimento di V.I.A. dichiarino:
“l’opera nei territori appenninici presenta numerose criticità che a volte comportano modificazioni irreversibili
degli ecosistemi” e rincarano la dose dicendo che “l’alterazione paesaggistica prodotta dall’opera, nonostante le
misure di ripristino ambientale previste, rimarrà visibile per un tempo considerevole e costituirà un segno
pregiudizievole per la salvaguardia dei caratteri paesaggistici del territorio Umbro”.

Gli stessi continuano dicendo: “L’intervento sia in fase di cantiere che di esercizio comporta rilevanti problemi
di natura paesaggistica in quanto il tracciato interessa solo in minima parte terreni agricoli, mentre la restante
interessa un territorio variegato dal punto di vista geomorfologico ed estremamente delicato e di pregio sotto il
profilo paesaggistico e ambientale”.

A chi devono credere a questo punto i cittadini?

Il Comitato No Tubo afferma che il livello di divulgazione e conoscenza dell’opera sui territori è a dir poco
basso e quel poco che si è saputo è stato grazie all’azione dei comitati ed associazioni e non certo del
proponente, che si è limitato all’affissione canonica ai vari albi, mentre l’Europa per coinvolgimento e
partecipazione intende ben altro.

E’ normale che la Snam rete gas, che lavora con un'altra ditta che è la British Gas, abbia interesse a vendere il
proprio prodotto. Dove si è mai visto un commerciante che denigra i propri prodotti ? Ma ovviamente, gli
acquirenti devono saper distinguere la realtà dalla pubblicità.
Ci viene detto che il metanodotto è utile, anzi indispensabile alla nazione..
Ci viene detto, con un vero ossimoro, che il metanodotto, progettato per attraversare le zone a maggiore
sismicità del paese (e probabilmente d’Europa) verrebbe posto nei luoghi “più sicuri”, che il tracciato sui
fianchi di montagne sulle quali insistono frane attive lunghe centinaia di metri e larghe altrettanto è quello di
“maggiore stabilità”. Ma poi hanno gravissimi incidenti gasdotti anche a causa di modesti smottamenti
del suolo (es: Tarsia 2010). E di sicuro, anche chi ha trivellato nel golfo del Messico, producendo i noti
problemi tuttora irrisolti (ammesso che siano risolvibili) avrà prima fornito fior di rassicurazioni sulla sicurezza
di queste operazioni.
All’insegna del “noi siamo bravi, noi siamo moderni, a noi nulla sfugge”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
E’ forse giunto il momento che i cittadini imparino a non accettare passivamente le insoddisfacenti spiegazioni
e rassicurazioni solo perché chi le propone si fregia di titoli e ha un nome roboante.

giovedì 5 agosto 2010

mercoledì 28 luglio 2010

il Manifesto 24 luglio

Il tubo che fa tremare l'Italia

BENI COMUNI . Il progetto Snam, in joint venture con Bp, che renderà l'Italia un ponte di rifornimento gas per l'Europa, prevede un quarto del percorso dentro le zone a più alto rischio sismico d'Italia. Le autorità abruzzesi non hanno avuto il tempo di opporsi, e oggi reclamano: «È una follia per tutto il Paese»

Ad accorgersi del nuovo "pacco" che il governo italiano sta per regalare all'Abruzzo e al centro Italia, progettando di trasformarlo in una vera e propria polveriera, è stato un deputato catalano del Parlamento europeo, Raül Romeva i Rueda, del gruppo Verdi/A.L.E.. L'unico ad aver presentato, martedì scorso, un'interrogazione prioritaria per chiedere l'intervento immediato dalla Commissione europea contro il progetto Snam di gasdotto denominato "Rete Adriatica" ma che in realtà corre per quasi un quarto del suo percorso nel bel mezzo delle zone appena interessate dal devastante terremoto del 6 aprile 2009. Gli aquilani, a differenza dei cittadini marchigiani e umbri che da qualche tempo hanno costituito il comitato «No Tubo», se ne stanno accorgendo solo ora che, come pugili suonati, cominciano appena a riprendere fiato e a potersi occupare d'altro oltre che a rimettersi semplicemente in piedi. Ad aiutarli, i conterranei di Sulmona, dove dovrebbe sorgere anche una centrale di compressione gas, che hanno messo su la rete di associazioni «Cittadini per l'ambiente». «È una cosa assurda, forse non è si è compreso a quale rischio sismico siamo sottoposti: cosa sarebbe accaduto se fosse stato già in funzione durante il sisma aquilano?», chiede l'assessore all'Ambiente del comune dell'Aquila, Alfredo Moroni, che la prossima settimana chiamerà a raccolta tutti i comuni dell'Appennino centrale interessati.

Era stato fermo per anni, il progetto del metanodotto Snam "Rete Adriatica" deviato, nel 2004 durante il governo Berlusconi II, improvvisamente e senza alcun apparente motivo dal suo percorso originario che lo vedeva correre da Brindisi a Minerbio (Bo) lungo la costa adriatica. Erano stati riscontrati problemi di «criticità idrogeologiche e di tipo urbanistico», dissero, perciò la Snam e il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi decisero un nuovo tracciato: da Massafra (Ta) a Minerbio, passando per dieci regioni ma soprattutto attraversando la dorsale appenninica. L'Aquila, Pizzoli, Barisciano, Navelli, Poggio Picenze: i nomi che sono diventati noti a causa del terremoto sono solo alcune delle località interessate al passaggio diretto del gasdotto. Cinque tronconi e una centrale di compressione gas che se realizzati sventreranno «tre parchi nazionali, un parco naturale regionale e 21 siti di importanza comunitaria», come scrive Romeva i Rueda al Parlamento Ue, ma soprattutto che attraverseranno «aree a gravissimo rischio sismico (Abruzzo, Umbria e Marche) e idrogeologico senza che sia stato effettuato un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale né una procedura di valutazione ambientale strategica». (Un aiutino però è arrivato dalla manovra Tremonti approvata in Senato e in discussione ora alla Camera che introduce forse non a caso il silenzio-assenso per il Via e il Vas: nessuna risposta entro 60 giorni equivale ad un ok). Il metano in forma gassosa sottoposto ad alta pressione (75 bar) correrà lungo 687 chilometri di tubo dal diametro di 120 centimetri, sotterrato a 5 metri di profondità. Di questi, 187 chilometri riguardano il tratto Foligno (Pg)-Sulmona e ben 106 corrono dentro l'Abruzzo, nelle zone a più alta sismicità d'Italia. «Sarebbe stata un'ecatombe, se fosse stato già in funzione quella terribile notte del 6 aprile 2009», spiega Mario Pizzola, portavoce dell'associazione «Cittadini per l'ambiente». «A Tarsia, in provincia di Cosenza - racconta - nel febbraio scorso è esploso un tratto del gasdotto di diametro e portata molto inferiori a causa di uno smottamento del terreno per le piogge: per fortuna era distante dai centri abitati ma le fiamme erano visibili fino a 20 km di distanza».

Dopo cinque anni, come prevede la legge, la dichiarazione di pubblica utilità per il progetto Snam "Rete Adriatica" era scaduta. Ma incredibilmente l'8 aprile 2009, mentre ancora si cercavano i vivi sotto le macerie aquilane, la Snam ripresenta la richiesta e ottiene di nuovo il certificato necessario all'avvio ai lavori. I soggetti «interessati» - comuni, province e regioni - avevano 30 giorni di tempo per opporsi «in forma scritta», secondo l'avviso di avvio del procedimento emesso pochi giorni dopo dal ministro Scajola. «Figuriamoci se il comune dell'Aquila e la regione Abruzzo erano in grado di seguire questa faccenda così a ridosso del sisma», spiega Moroni. La Snam, dal canto suo, sostiene di aver inserito un'"integrazione sismica" al progetto allegando studi appositi proprio per rassicurare la popolazione. Solo nel giugno scorso le province di Pesaro-Urbino e di Perugia, il comune di Gubbio e alcune associazioni ecologiste hanno presentato ricorso alla Commissione Ue. Nel frattempo però due giorni fa in Senato è stata approvata una norma contenuta nel decreto legge sull'energia che prevede proprio per le infrastrutture di produzione, trasmissione e distribuzione di energia «l'istituzione di commissari straordinari ad acta che agiscono in sostituzione di tutte le autorità ordinarie - spiega il senatore Pd Roberto della Seta - e possono bypassare anche le regioni in caso di contenzioso».

Un affare da molti milioni di euro. Il progetto della Snam è quello di raddoppiare la portata della rete Tirrenica, aprire un canale di approvvigionamento dai paesi nordafricani (Libia, Algeria, Tunisia) - emancipandosi così dai produttori dell'est europe - e costruire nel nord Italia un hub-gas da cui far partire le diramazioni per rifornire tutti i paesi nordeuropei. «Con un metanodotto già sovradimensionato per i nostri fabbisogni - spiegano ancora gli ambientalisti - l'Italia si candida ad essere un ponte tra l'Africa e l'Europa. Alla centrale di compressione di Sulmona lavorerà in joint-venture con la Snam la British Gas, consorella della Bp, quella dell'onda nera negli States». E come la Louisiana, anche l'Abruzzo sarà (di nuovo) terra per predatori.

La Nazione - Umbria

venerdì 23 luglio 2010

No al gasdotto nella zona sismica

il Centro — 22 luglio 2010 pagina 19 sezione: REGIONE

L’AQUILA. No al gasdotto in zona sismica. Il Comune dell’Aquila protesta contro l’attraversamento del territorio del cratere sismico dell’impianto Snam Sulmona-Foligno. LA PROTESTA. L’assessore comunale all’Ambiente Alfredo Moroni annuncia che l’amministrazione del capoluogo ha intenzione di chiamare a raccolta, in qualità di capofila, i rappresentanti dei Comuni ricompresi nel tratto appenninico del più ampio collegamento Brindisi-Minerbio del metanodotto della Snam e della centrale di compressione gas di Sulmona. Il tracciato di progetto, finito nel mirino di amministratori e ambientalisti, con forti proteste che vanno avanti da tempo specialmente nella Valle Peligna, riguarda Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche. I Comuni abruzzesi interessati dal passaggio dell’impianto sono 20: Sulmona, Pacentro, Pratola Peligna, Roccacasale, Corfinio, Collepietro, Navelli, Caporciano, San Pio delle Camere, Prata d’Ansidonia, Fagnano Alto, San Demetrio ne’ Vestini, Poggio Picenze, Barisciano, L’Aquila, Pizzoli, Barete, Cagnano Amiterno, Montereale e Popoli; oltre a Cittareale (Rieti); Cascia, Norcia, Preci, Sellano e Foligno (Perugia); Visso e Serravalle di Chienti (Macerata). RISCHIO SISMICO. «Le rassicurazioni della Snam», sostiene l’assessore Moroni , «non possono essere considerate sufficienti, anche qualora dovessero giungere le autorizzazioni richieste e obbligatorie in base alla normativa comunitaria. Non possiamo permettere che un territorio già così provato subisca le conseguenze di scelte politiche ed economiche che hanno inteso deviare il precedente percorso del gasdotto, che ha un indubbio impatto ambientale e sociale». Infatti, almeno inizialmente, il tracciato era stato individuato sulla costa. «Il percorso della rete adriatica l’ho studiato attentamente», aggiunge. «Il tracciato progettato dalla Snam, originariamente, aveva un percorso differente e non interessava molte delle zone interne dell’Abruzzo aquilano colpite dal sisma del 6 aprile 2009. Oggi il progetto interessa molti Comuni della nostra provincia. L’avviso di avvio del procedimento del 21 maggio 2009 (proprio subito dopo il terremoto) del Dipartimento per l’energia del ministero dello sviluppo economico, riferita all’istanza presentata dalla Snam Rete Gas l’8 aprile 2009 (in pieno sisma!) per il rilascio della dichiarazione di pubblica utilità del metanodotto, non poteva certamente essere oggetto di attenzione da parte dei Comuni terremotati ai fini della produzione di osservazioni di merito entro i successivi 30 giorni. Ma di osservazioni ve ne sarebbero, eccome. Il tracciato si sviluppa lungo una zona in cui il rischio sismico è stato dimostrato dagli eventi ed è, cioè, molto elevato». Secondo Moroni, «nella mappa della pericolosità del territorio nazionale, il percorso interessato è indubbiamente tra quelli maggiormente soggetti a rischio, con le conseguenze facilmente immaginabili qualora dovessero verificarsi altri fenomeni tellurici. Le preoccupazioni manifestate di recente da più enti locali e associazioni mi sembrano del tutto legittime». © RIPRODUZIONE RISERVATA -

La Nazione 23 luglio 2010

martedì 13 luglio 2010

giovedì 8 luglio 2010

CONFERENZA STAMPA COMITATO “NO TUBO” SU RICORSO CONTRO IL GASDOTTO BRINDISI – MINERBIO

É convocata lunedì 12 luglio alle ore 11, presso la sala Affreschi, piano terra palazzo del Comune in piazza Grande, una CONFERENZA STAMPA promossa dal comitato “NO TUBO”, per illustrare i contenuti del ricorso presentato in Commissione Europea contro il progetto di gasdotto Brindisi-Minerbio. Saranno presenti i promotori, amministratori umbri e marchigiani, rappresentanti dei comitati e organismi associativi.

TUTTE LE REDAZIONI SONO INVITATE A PARTECIPARE

Giornale dell'Umbria 8 luglio 2010

mercoledì 7 luglio 2010

Gasdotto rete adriatica, Ronconi (Udc): “Progetto gravemente impattante”

“Non sono infondate le preoccupazioni espresse circa il tragitto identificato per il nuovo gasdotto rete adriatica”. Lo sostiene il consigliere provinciale dell’Udc Maurizio Ronconi in una nota diffusa alla stampa. “E’ tempo – prosegue il consigliere - che molte comunità, associazioni, istituzioni locali umbre, particolarmente quelle che vivono lungo i crinali dell’Appennino, manifestino perplessità e contrarietà rispetto ad un tracciato del gasdotto sicuramente gravemente impattante su zone di altissimo pregio paesaggistico. Qui non ci sono steccati ideologici, ma preoccupazioni e perplessità comuni”.

UMBRIA: VERINI (PD), PER TRACCIATO GASDOTTO INTERVENGA GOVERNO

Perugia, 7 lug - ''E' necessario e urgente che ogni preoccupazione legata all'impatto ambientale nel tratto umbro-marchigiano del tracciato del metanodotto Brindisi-Minerbio venga sgomberata''. Lo ha affermato il deputato umbro del PD, Walter Verini, che ricorda come nei mesi scorsi un'iniziativa parlamentare del Partito Democratico (promotore il deputato marchigiano Massimo Vannucci) avesse trovato risposta non di chiusura, da parte del Ministro dell'Ambiente.

''In quell'occasione - ha ricordato Verini - il Ministro non sembro' indisponibile a favorire le necessarie verifiche sulle criticita' del tracciato denunciate anche dall'iniziativa del PD. Da allora, pero', nulla si e' mosso e le preoccupazioni che anche in questi giorni sono riecheggiate con forza sono da raccogliere''. ''Nessuno vuole mettere in discussione l'utilita' dell'opera, ma il tracciato proposto presenta aspetti rischiosi per l'ambiente ed il paesaggio, soprattutto nel tratto dello Appennino, con particolare riferimento ai territori dei comuni umbri di Foligno-Gubbio-Pietralunga ed a quelli marchigiani di Apecchio, Mercatello sul Metauro, Borgo Pace''. ''Per questo d'intesa con il collega Vannucci torneremo a chiedere al Ministro di assumere una iniziativa netta e risoluta - ha concluso - per approfondire al piu' presto insieme con le comunita' e le istituzioni regionali e locali, con le associazioni ambientaliste e le forze sociali di quei territori ogni aspetto della questione, allo scopo di correggere quelle parti progettuali del tracciato che rischiano davvero di compromettere un equilibrio dell'ecosistema e tutti settori economici e sociali a questo collegati''.

giovedì 1 luglio 2010

Comunicato stampa del Comitato di Sulmona

La Snam Rete Gas, nel suo comunicato stampa, afferma che fornirà alle comunità interessate dal metanodotto “le più ampie garanzie”.
La migliore garanzia per la popolazione coinvolta nell’opera è che la Snam rinunci al progetto e presenti serie alternative di tracciato così come prevede la legge.
La società dell’ENI spieghi, in modo dettagliato, per quali motivi un metanodotto denominato “Rete Adriatica” e progettato come raddoppio di quello che già esiste lungo la fascia costiera, dovrebbe invece passare lungo la dorsale Appenninica e cioè proprio dove le criticità di ordine sismico, ambientale e idrogeologico sono più elevate.
Secondo la Snam un metanodotto che corre lungo le principali faglie sismiche dell’Abruzzo aquilano (nonché del Lazio, dell’Umbria e delle Marche) sarebbe “sicuro”. Era “sicuro” anche il metanodotto della Snam esploso a Tarsia, in Calabria l’11 febbraio scorso a causa di uno smottamento del terreno?
Chi oggi garantisce la sicurezza di quest’opera deve assumersene pienamente la responsabilità di fronte ai cittadini del comprensorio aquilano e peligno firmando, con nome e cognome, tali attestazioni.
Non si comprende perché territori a forte rischio, e già colpiti da eventi disastrosi, anziché vedere applicato il principio di precauzione, dovrebbero essere gravati da nuovi pericoli quando esistono valide alternative.
E’ inoltre paradossale che la Snam parli di “sostenibilità” per un progetto che invece produrrà danni ingenti al patrimonio ambientale e agli habitat naturali visto che il tracciato del metanodotto insiste proprio lungo il corridoio appenninico del progetto A.P.E. (Appennino Parco d’Europa) le cui finalità strategiche sono la tutela della biodiversità e la promozione di politiche di eco-sviluppo.
Restiamo in attesa dell’intervento della Commissione Europea in merito al ricorso riguardante le mancata applicazione della procedura di Valutazione Ambientale Strategica e del procedimento unico di Valutazione di Impatto Ambientale ed auspichiamo che, dopo l’audizione avutasi presso il Consiglio Regionale, anche la Regione Abruzzo dica “no”ad un progetto fortemente pericoloso e dannoso.


Sulmona, 1°luglio 2010

Comitati cittadini per l’ambiente

Ricorso alla Commissione Ue delle Province di Perugia e Pesaro-Urbino contro il metanodotto Rete Adriatica di Snam Gas, tra i terminal del Sud e l’Eur

BRINDISI – La partita del gas è una faccenda molto complessa, e non si gioca solo a Brindisi, città che pure potrebbe nel giro di qualche anno diventare uno dei più importanti terminali italiani del metano. Sia con la realizzazione del Tap, il Trans Adriatic Pipeline della joint-venture tra Egl, Statoil e E.os, progetto di condotta sottomarina Albania-Italia non avversato dagli ambientalisti e dalle istituzioni (soprattutto dopo la decisione di localizzare il punto di sbarco nella zona industriale e non più a Sbitri), sia con il contrastato progetto di rigassificatore della British Gas a Capo Bianco.

C’è una mina lungo il percorso, ed è quella del no deciso delle amministrazioni locali in Umbria e Marche al percorso appenninico del nuovo gasdotto Snam, denominato Rete Adriatica, la nuova arteria vitale di collegamento con le centrali di smistamento al Nord, e quindi di immissione nella rete europea. Fare arrivare in Europa agevolmente il metano dei giacimenti del Caspio, evitando gli instabili Balcani, è il progetto strategico di Tap. Mentre British Gas è l’unica grande compagnia a non avere un proprio terminal in Mediterraneo ed ha sempre maggiore urgenza di chiudere a proprio favore la partita di Brindisi, per mettere sul mercato il metano dei propri giacimenti egiziani. L’indotto brindisino del rigassificatore, dicono dal fronte del no, è solo propaganda.

Tuttavia oggi le Province di Perugia e di Pesaro-Urbino, assieme ai comitati di cittadini e alle associazioni ambientaliste, hanno presentato ricorso alla Commissione Europea “affinché valuti la rispondenza alle normative comunitarie in materia di valutazione ambientale del gasdotto Rete Adriatica. Coinvolti anche i ministeri competenti e i presidenti delle Regioni interessate dal tracciato (Puglia, Campania, Basilicata, Molise, Abruzzo, Umbria, Marche, Toscana, Emilia-Romagna)”. Secondo i ricorrenti, quello del gasdotto appenninico è “un progetto di grandissimo impatto ambientale in territori di grande fragilità, geologica, sismica, ambientale paesaggistica e di conseguenza sociale ed economica. L’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio dell’opera deve pertanto – sostengono gli autori del ricorso alla Commissione Ue – deve essere assoggettata a preventivo e vincolante procedimento di valutazione ambientale strategica (Vas)”.

Le due Province e gli altri firmatari del ricorso considerano ”sorprendente che tra le criticità prese in esame non figuri affatto il rischio sismico: il gasdotto si snoda lungo le depressioni tettoniche dell’Appennino Centrale storicamente interessato da un notevole tasso di sismicità, – si legge nella nota di accompagnamento – con eventi anche di magnitudo elevata, come il terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito L’Aquila e molte altre località dell’Abruzzo, e il terremoto del 26 settembre 1997 che ha colpito l’Umbria e le Marche. Nel tratto relativo all’Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche, su 28 località attraversate dal metanodotto, 14 sono classificate in zona sismica 1 e 14 in zona sismica 2. Anche la centrale di compressione, localizzata a Sulmona, ricade in zona sismica di primo grado”.

La guerra di alcune amministrazioni locali marchigiane e umbre al percorso del gasdotto adriatico, che deve aumentare la capacità di trasporto di gas della rete Snam dura da molti mesi, e contraddice la semplicistica raffigurazione che il governo Berlusconi fa dell’Italia come piattaforma energetica per l’intera Europa rispetto ai flussi di gas ed elettricità dall’Europa dell’Est e dal Medio Oriente, non considerando le criticità e gli equilibri ambientali del nostro Paese.

Marcello Orlandini

Giuliani: il metanodotto Snam in zona sismica è pericoloso

''Si è svolta all’Aquila, presso il Consiglio Regionale, l’audizione relativa al metanodotto Sulmona-Foligno ed alla centrale di compressione della Snam.

All’incontro hanno preso parte il Presidente del Consiglio Nazario Pagano e i Capigruppo regionali ai quali una delegazione dei Comitati cittadini per l’ambiente ha spiegato le ragioni della contrarietà al progetto della Snam che presenta un fortissimo impatto sull’ambiente e rischi inaccettabili per le popolazioni residenti, stante l’elevata sismicità dei territori attraversati dal gasdotto.

Il tracciato dell’opera si snoda, infatti, lungo le depressioni tettoniche interne dell’Appennino Centrale storicamente interessato da un notevole tasso di sismicità che si manifesta con eventi anche di magnitudo elevata.

Nella Valle Peligna, dove è prevista anche la centrale di compressione, il metanodotto correrebbe lungo la faglia attiva del Morrone mentre, nell’aquilano, insisterebbe proprio sulle località già colpite dal disastroso terremoto del 6 aprile 2009: tra queste l’Aquila, Pizzoli, Montereale, San Demetrio né Vestini, Poggio Picenze, Barisciano, San Pio delle Camere, Navelli. All’audizione ha preso parte anche una rappresentanza di cittadini aquilani, tra cui Giampaolo Giuliani.

Giuliani ha sottolineato l’assoluta illogicità di un progetto che andrebbe ad aggiungere una sorta di bomba ad orologeria ad un territorio già disastrato e stremato che di tutto ha bisogno tranne che di un’opera tanto pericolosa come il metanodotto Snam.

Nessuno può garantire l’assoluta sicurezza del metanodotto in caso di sisma di elevata intensità; chi dovesse sostenere il contrario deve assumersene la responsabilità di fronte ai cittadini.

Abbiamo bisogno di prevenzione non di nuovi rischi, ha concluso Giuliani, per cui la logica vuole che impianti del genere vengano realizzati in aree che non presentano le forti criticità che invece caratterizzano il territorio della Provincia dell’Aquila.
In conclusione, i Comitati per l’ambiente e la delegazione di cittadini aquilani ha chiesto che il Consiglio Regionale, in tempi rapidi, approvi una risoluzione che bocci il progetto della Snam e richieda alla stessa di proporre un diverso tracciato per il metanodotto ed una diversa localizzazione per la centrale di compressione.

Parallelamente alla risoluzione si chiede alla Regione di dotarsi di un’apposita normativa che escluda la possibilità di realizzare opere fortemente impattanti, come il metanodotto Snam, in territori altamente sismici o di elevata qualità ambientale.

Poiché questi obiettivi, risoluzione e normativa di settore, richiedono la condivisione dell’intero quadro politico, i Comitati si augurano che i rappresentanti politici del nostro territorio svolgano, nei confronti della Regione, quell’indispensabile ruolo di convincimento senza il quale il risultato auspicato non può essere raggiunto un ruolo che, occorre sottolinearlo, finora è mancato del tutto, a cominciare dall’amministrazione comunale di Sulmona.''

Giampaolo Giuliani

Corriere Adriatico 27 gugno 2010

IL Comitato NOTUBO ricorre all'Europa

sabato 26 giugno 2010

No a questo tracciato del gasdotto appenninico!

La Provincia di Pesaro – Urbino, la Provincia di Perugia, il Comune di Gubbio, la Comunità Montana del Catria e del Nerone, il Comitato umbro-marchigiano “No Tubo”, i Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, il Comitato civico “Norcia per l’Ambiente”,il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, l’associazione La Lupus in Fabula onlus, la Federazione nazionale Pro Natura, il WWF Italia, Mountain Wilderness Italia, Italia Nostra, l’A.R.C.I. Caccia della Provincia di Perugia hanno inoltrato un ricorso alla Commissione europea affinché valuti (art. 258 Trattato CE) la rispondenza alle normative comunitarie in materia di valutazione ambientale strategica – V.A.S. e di valutazione di impatto ambientale – V.I.A. del gasdotto denominato “Rete Adriatica”, progettato dalla Snam Rete Gas s.p.a. (avente come partner per la distribuzione la Società British Gas).

Analogamente, per quanto di competenza, sono stati coinvolti i Ministeri dell’ambiente, dei beni e attività culturali, dello sviluppo economico, dei trasporti e i Presidenti delle Regioni interessate dal tracciato (Puglia, Campania, Basilicata, Molise, Abruzzo, Umbria, Marche, Toscana, Emilia-Romagna).

Questa è la risposta che i territori interessati, attraverso le loro amministrazioni più sensibili, le grandi associazioni nazionali (da ambientali a venatorie), la società civile attraverso i comitati, danno al tentativo della Snam rete Gas di portare avanti un progetto di grandissimo impatto ambientale in territori di grande fragilità, geologica, sismica, ambientale paesaggistica e di conseguenza sociale ed economica. Si vorrebbe infatti far passare, con un impatto inimmaginabile, un gasdotto di dimensioni colossali sui crinali dell’Appennino Centro Settentrionale, il gasdotto “Rete Adriatica Brindisi Minerbio” (diametro 1.200 mm. A circa mt. 5 di profondità, servitù di mt. 40 per circa 700 chilometri in buona parte sulle cime di montagne e attraverso numerosissimi corsi d’acqua) ipotizzato con un unico tracciato dal Sud (Massafra, Prov. Taranto) fino all’Italia settentrionale (Minerbio, Prov. Bologna), in forza anche di dichiarazioni di pubblica utilità, alcune delle quali scadute e relative ad ogni singolo tratto.
Il progetto del gasdotto prevede i seguenti lotti funzionali:

Metanodotto Massafra – Biccari - DN 1200 (48’’), lungo 194,7 km;
Metanodotto Biccari - Campochiaro - DN 1200 (48’’), lungo 70,6 km;
Metanodotto Sulmona – Foligno - DN 1200 (48’’), lungo 167,7 km;
Centrale di compressione di Sulmona, n° 3 turbo compressori da 33 Mw.
Metanodotto Foligno - Sestino - DN 1200 (48’’), lungo 113,8 km;
Metanodotto Sestino - Minerbio - DN 1200 (48’’), lungo 142,6 km.

Si tratta, quindi, di un’opera, le cui parti sono funzionalmente connesse e programmate per realizzare un’unica struttura per il trasporto del gas metano da Massafra a Minerbio.

L’autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio dell’opera deve, pertanto, essere assoggettata a preventivo e vincolante procedimento di valutazione ambientale strategica – V.A.S., qualora sia presa in considerazione quale “piano o “programma” (direttiva n. 42/2001/CE) ovvero ad un unico procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A. (direttive n. 85/337/CEE e n. 97/11/CE) qualora sia considerata quale “opera” unitaria.

Questo non è avvenuto, nonostante sia previsto dalla normativa italiana di recepimento (decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche e integrazioni, il codice dell’ambiente). Sono stati effettuati procedimenti parziali di V.I.A. su alcuni tratti, senza alcun collegamenti fra le diverse procedure, in palese violazione della normativa comunitaria, secondo quanto interpretato dalla giurisprudenza della Corte europea di Giustizia e dai Giudici amministrativi nazionali.

Il tracciato del gasdotto “Rete Adriatica” interessa – direttamente o indirettamente – numerose aree naturali protette così come definite dalla legge n. 394/1991 e successive modifiche ed integrazioni e in particolare:
* parchi nazionali della Maiella, dei Monti Sibillini, del Gran Sasso – Monti della Laga;
* parco naturale regionale del Velino – Sirente;
* siti di importanza comunitaria – S.I.C. e/o zone di protezione speciale – Z.P.S. “Area delle Gravine” (codice IT913007), “Valle Ofanto-Lago di Capaciotti” (codice IT9120011), “Valle del Cervaro-Bosco dell’Incoronata” (codice IT9110032), “Sorgenti ed Alta Valle del fiume Fortore” (codice IT8020010), “Bosco di Castelvetere in Valfortore” (codice IT802006), “Bosco di Castelpagano” (codice IT2020005), “Sella di Vinchiatauro” (codice IT222296), “La Gallinola-Monte Miletto- Monti del Matese” (codice IT222287), “Maiella” (codice IT7140203), “Maiella sud-ovest” (codice IT7110204), “Monte Genzana” (codice IT7110100), “Parco nazionale della Maiella” (Z.P.S., codice IT7140129), “Fiumi-Giardino-Saggitario-Aterno-Sorgenti del Pescara” (codice IT7110097), “Velino-Silente” (codice IT1100130), “Fiume Topino” (codice IT5210024), “Boschi bacino di Gubbio” (codice IT5210010), “Boschi di Pietralunga” (codice IT5210004), “Valli e ripristini ambientali di Argenta, Medicina e Molinella” (codice IT4050022), “Valli di Medicina e Molinella” (codice IT4050017), “Biotopi e ripristini ambientali di Budrio e Minerbio” (codice IT4050023), “Valle Benni” (codice IT4050006).

Il gasdotto “Rete Adriatica” è stato progettato dalla Snam Rete Gas s.p.a. al fine di realizzare il raddoppio delle infrastrutture di trasporto gas lungo il versante adriatico del territorio nazionale. E ciò, secondo l’intento dichiarato dalla stessa Snam, in analogia con quanto realizzato lungo il versante tirrenico della penisola, dove corrono parallelamente due infrastrutture di trasporto gas. Giunto invece all’altezza di Biccari (FG), il tracciato del gasdotto è stato dirottato inspiegabilmente verso l’interno, lungo la dorsale appenninica, adducendo presunte e non dimostrate “insuperabili criticità” sotto l’aspetto tecnico. Ma proprio scegliendo la dorsale appenninica il tracciato si scontra invece con criticità quali la presenza di aree boschive e numerose aree protette, rischio sismico e idrogeologico.

Pesante è poi l’impatto su aree importanti sul piano socio-economico per i danni di immagine che può portare allo sviluppo del sistema turistico/ambientale e per la presenza di importanti zone tartufigene nelle Marche e in Umbria.

E’ inoltre sorprendente che tra le criticità prese in esame non figuri affatto il rischio sismico, sicuramente molto più elevato lungo l’Appennino che sulla costa adriatica. Il gasdotto “Rete Adriatica” si snoda lungo le depressioni tettoniche dell’Appennino Centrale storicamente interessato da un notevole tasso di sismicità, con eventi anche di magnitudo elevata, come il terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito L’Aquila e molte altre località dell’Abruzzo, e il terremoto del 26 settembre 1997 che ha colpito l’Umbria e le Marche. Nel tratto relativo all’Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche, su 28 località attraversate dal metanodotto, 14 sono classificate in zona sismica 1 e 14 in zona sismica 2. Anche la centrale di compressione, localizzata a Sulmona, ricade in zona sismica di primo grado.

Appare incoerente che si proponga un progetto di questa portata nelle aree considerate sorgenti di Biodiversità in Italia proprio nell’anno dichiarato dall’ONU a protezione della medesima.

Ora gli enti locali territoriali, le associazioni ecologiste, i comitati civici ricorrenti auspicano l’apertura degli accertamenti da parte della Commissione europea e l’adozione degli opportuni provvedimenti da parte dei Ministeri e delle Regioni coinvolte per fermare le procedure autorizzative di un’opera dal pesante impatto ambientale e socio-economico, con gravi rischi di sicurezza pubblica. Soltanto lo svolgimento di procedure di V.A.S. e di V.I.A. uniche, con la partecipazione delle comunità locali interessate, può consentire di reperire le soluzioni di tragitto meno impattanti e pericolose nel rispetto della legalità, dell’ambiente e dei legittimi interessi dei cittadini.

p. enti locali territoriali, le associazioni ecologiste, i comitati civici ricorrenti

Stefano Deliperi , Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus

domenica 28 marzo 2010

CRESCE IL FRONTE DEL NO

il Centro 27 marzo 2010 pagina 09 sezione: L'AQUILA

SULMONA
Ordine dei medici e degli avvocati uniti nella battaglia alle industrie ritenute dannose per salute e ambiente. La manifestazione pubblica dei Comitati ambientalisti, che ha sfilato lungo le vie del centro la settimana scorsa, ha stimolato nuove adesioni al fronte del no. Così anche gli avvocati hanno deciso di scendere in campo sulla questione. A renderlo noto è Maurizio Proietti , uno dei portavoce del Comitato medici. A giorni sarà creato un gruppo di lavoro per studiare i progetti di insediamenti impattanti che da anni pendono sulla città (inceneritore, cava, centrale del gas). Saranno affrontati diverse tematiche: quali potrebbero essere le conseguenze per la salute della popolazione e per l’ambiente e ci sarà poi attenzione sugli aspetti legali connessi a determinate tipologie di impianti. Il gruppo di lavoro intende far luce, in maniera precisa, sugli strumenti legislativi che gli enti locali e i semplici cittadini hanno a disposizione per oppore resistenza. Un’unità di intenti fra professionisti cittadini.

(f.p.)

martedì 23 marzo 2010

No al gasdotto, sfilano in 800



il Centro — 21 marzo 2010 pagina 09 sezione: L'AQUILA

SULMONA. Ci sono gli slogan degli studenti - da «la centrale non ci gasa» a «non vogliamo cambiare aria» - i rumorosi campanacci portati da Andrea Incorvati di Bugnara, 18 trattori, decine di palloncini colorati e 800 manifestanti. Così Sulmona ribadisce il no alle industrie inquinanti, dal gasdotto all’inceneritore. La protesta è scesa sul Corso ieri mattina. Partenza da piazza Tresca. Dalle 10 e per un’ora il corteo ha attraversato il cuore della città, prima di concludere la manifestazione con un’assemblea al cinema Pacifico. I manifestanti - 800 secondo polizia e organizzatori - hanno voluto ribadire la loro contrarietà ai progetti per la realizzazione di impianti industriali in Valle Peligna. Impianti ritenuti dannosi per la salute e l’ambiente (centrale del gas e metanodotto, cava, cementificio, inceneritore di rifiuti ospedalieri e fabbrica di silicio). In testa al corteo i trattori dei contadini, poi gruppi di studenti, molti cittadini e più di un rappresentante politico. Ma nessun simbolo di partito: Francesco Di Nisio , candidato presidente alla Provincia con la Lega popolare, è stato invitato ad ammainare la bandiera. Ventiquattro le associazione che hanno partecipato, da L’Altra città a Lipu Abruzzo, oltre a Comitati cittadini per l’ambiente, medici del comprensorio e Cgil.
Presenti anche i componenti del Comitato «No tubo» di Umbria e Marche (contestano il gasdotto Snam, che solo in Abruzzo attraverserebbe 21 comuni). Una manifestazione a tratti chiassosa, accompagnata da slogan e cartelli. «Fermiamo l’assalto al territorio», «No al metanodotto e alla centrale Snam», «La Valle Peligna non è in vendita», «Ora che si sono venduti anche l’acqua lasciateci almeno l’aria», «I cittadini non sono spettatori: dicono no agli inceneritori». Persino le campane dell’Annunziata hanno fatto sentire i loro rintocchi al passaggio del corteo. Un corteo pacifico, ma che ha sfiorato l’incidente diplomatico in piazza XX Settembre dove era prevista la cerimonia per il compleanno di Ovidio con sindaco e presidente del consiglio. «Non capisco che cosa si contesta», afferma Fabio Federico , «i consigli comunali si sono più volte pronunciati contro gli impianti. Questa è solo propaganda elettorale». La replica di Mario Pizzola , rappresentante dei Comitati: «Qui sfila tanta gente comune, non ci sono apparati politici. Siamo scesi in strada per ribadire la contrarietà a progetti impattanti, imposti dall’alto, che non portano posti di lavoro. Non vogliamo queste industrie e intendiamo difendere un comprensorio dove ci sono sette tra i borghi più belli d’Italia e parchi». La chiusura del Corso ha scatenato qualche protesta dei commercianti: «Siamo stati penalizzati per l’ennesima volta. E guardate quanto smog fanno questi trattori degli ambientalisti». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Roberto Raschiatore

martedì 2 marzo 2010

Il Consiglio comunale di Sulmona dice NO secco alla SNAM

SULMONA (1-3-10 ore 12.25) – Le elezioni provinciali sbloccano l’empasse sulla centrale e il metanodotto della Snam.
Il consiglio comunale di stamattina ha infatti approvato all’unanimità (con 21 voti favorevoli) la delibera che boccia il progetto e che chiede alla multinazionale di delocalizzare e trovare alternative.
La discussione è salita al primo punto, dopo la richiesta del consigliere di minoranza Silverio Gatta e l’appoggio anche dei consiglieri comunali di maggioranza.

La stessa Paola Pelino, per conto del Pdl, ha annunciato il suo appoggio a trattare subito l’argomento.
Dopo la presentazione di alcune correzioni di Gaetano Pagone alla proposta di delibera, licenziata dalla riunione dei capigruppo sabato mattina, si è interrotta la seduta per un quarto d’ora e poi si è proceduto alla votazione, fra gli applausi degli ambientalisti presenti.
“Sono contrario anche io – ha detto il sindaco Fabio Federico, ammorbidendo la sua iniziale posizione – e sono contento di rilevare l’alto spirito democratico di questo consiglio che è d’accordo sulla questione e che ha detto un forte e definitivo no alla Snam. Ma resto convinto del fatto che la questione possa passarci sulle teste e per questo chiedo all’onorevole Pelino di intercedere per noi con il governo”.
Una sorta di patata bollente.I Comitati cittadini per l’ambiente hanno espresso soddisfazione per il provvedimento, che dice “un no chiaro e definitivo” e avvertono che però “la strada è ancora in salita”.
“La delibera consiliare è un traguardo raggiunto – spiegano i Comitati – ma l’obiettivo finale è ancora ben lontano. Siamo consapevoli che quella per ottenere la delocalizzazione degli impianti Snam lontano dalla Valle Peligna e dalla dorsale appenninica è una strada tutta in salita.
Ma ora tocca alle istituzioni locali, alle forze politiche e ai rappresentanti in parlamento mettere in campo tutte le iniziative, necessarie affinchè sia la Regione che il Governo nazionale recepiscano le decisioni adottate.
Se così non sarà vorrà dire che i cittadini saranno stati presi in giro ancora una volta e che il nostro comprensorio, a causa della inconsistenza di chi dovrebbe tutelarlo, avrà subito l’ennesimo sopruso, da parte di potentati politici ed economici fin troppo noti”.
Il consiglio comunale sta ora affrontando la questione dell’azzeramento di giunta lampo del fine settimana. Federica Pantano

domenica 21 febbraio 2010

venerdì 19 febbraio 2010

ESPLOSIONE A CONDUTTURA METANODOTTO

Una violenta esplosione ha interessato un tratto della condotta di gas della societa Snam. Per fortuna in aperta campagna. La deflagrazione, di cui non si conoscono ancora le cause esatte, non ha
provocato vittime. Certo però che la paura è stata tanta, per i residenti e per chi da lontano vedeva la grande luce provocata dalle altissime lingue di fuoco che si sono levate verso il cielo. Una colonna davvero gigantesca, di almeno 50 metri, che ha divorato la vegetazione intorno, nonostante la pioggia battente. Sul posto sono immediatamente intervenuti i Carabinieri della Compagnia di San Marco Argentano, che hanno isolato la zona e impedito ai curiosi di avvicinarsi troppo all'inconsueto spettacolo. Diverse le squadre dei Vigili del Fuoco, che però hanno soltanto monitorato l'area, in attesa che le fiamme si spegnessero da sole, una volta interrotta l'erogazione del gas sulla condotta, isolata in quel tratto da parte dei tecnici della Snam. La società petrolifera proprio nella zona ha una centrale di compressione del metanodotto. Gli stessi tecnici oggi sono all'opera per una serie di sopralluoghi volti a determinare le cause esatte dell'esplosione, forse riconducibile ad una lesione della condotta a causa di un piccolo smottamento verificatosi nel terreno circostante.