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domenica 22 gennaio 2012

Metanodotto Snam, Moroni: qui sarebbe stata apocalisse

L'Aquila, 20 gen 2012 - «L’incidente sul lavoro che ha determinato l’esplosione di un tratto del metanodotto Snam in Lunigiana ha provocato un inferno. Da noi, in un territorio ad altissimo rischio sismico, lo scuotimento provocherebbe un’apocalisse». Questo il commento dell’assessore all’Ambiente Alfredo Moroni a seguito di quanto accaduto mercoledì a Tresana, in provincia di Massa Carrara, quando un tratto del metanodotto che da La Spezia porta il gas fino a Cortemaggiore, in provincia di Piacenza, è esploso, provocando un incendio con fiamme alte fino a dieci metri e causando il ferimento di dieci persone, di cui quattro in maniera grave.

«Quello che è successo - ha dichiarato Moroni - dimostra chiaramente che queste infrastrutture non sono poi così sicure come si vuol far credere alla popolazione e che sono sacrosante le rivendicazioni del coordinamento che si oppone alla realizzazione del gasdotto lungo la dorsale appenninica, in territori percorsi da migliaia di faglie attive e colpiti, negli anni, da terremoti devastanti, come avvenuto in Umbria, Molise e, tre anni fa, in Abruzzo. La tubatura che è esplosa durante i lavori di sostituzione, causando prima la fuoriuscita di gas a pressione altissima e poi, per effetto di una scintilla provocata da un macchinario, l’incendio devastante, aveva uno spessore di 90 centimetri. Quelle previste per il gasdotto “rete adriatica”, che dovrebbe interessare il nostro territorio, sono spesse 120 centimetri e hanno una portata e una pressione di gran lunga superiori. In Lunigiana le fiamme, alte fino a dieci metri, hanno invaso un’area di 400 metri di diametro, provocando un cratere largo 20 metri e profondo 7. Tutto ciò lascia presagire cosa sarebbe accaduto al metanodotto, in caso di sisma, in un territorio come il nostro. Altro che inferno, come ripeto sarebbe stata un’apocalisse».

«Per questa ragione - ha proseguito l’assessore - ho preso contatti con il deputato Giovanni Lolli, che presenterà un’interrogazione parlamentare sull’accaduto e sul progetto della Snam per le aree appenniniche. Lunedì prossimo, 23 gennaio, inoltre, ho convocato, come direttore del coordinamento antigasdotto, una riunione dei sindaci e degli amministratori delle comunità che sono interessate dal passaggio di questa “autostrada del gas” di dimensioni ciclopiche, allo scopo di programmare ulteriori iniziative di mobilitazione che ribadiscano, con ancora maggiore forza, le ragioni di un no che ha la sua radice non in una chiusura pregiudiziale all’opera ma nella consapevolezza dei rischi che essa comporterebbe per il territorio. Nel corso della riunione, che si terrà alle ore 16 nella sede dell’assessorato comunale all’Ambiente, in viale Aldo Moro 30, i rappresentanti degli enti locali concorderanno i contenuti dei provvedimenti, da sottoporre ai rispettivi consigli comunali, sulla richiesta di parere che è stata formulata dal Ministero per lo Sviluppo economico in relazione all’opera, su istanza della stessa Snam. Quello che chiediamo e di cui ribadiamo le ragioni è una modifica radicale del percorso».

GORACCI (PRC-FDS), ESPLOSIONE METANODOTTO IN TOSCANA E' SEGNO PERICOLOSITA'

Perugia, 20 gen

“L'esplosione di ieri di un metanodotto nel Comune di Tresana (Massa Carrara) impongono di ritornare sul progetto della Snam di costruzione del gasdotto 'Rete Adriatica' che attraversa l'Umbria lungo la dorsale appenninica”.

Così il consigliere regionale umbro Orfeo Goracci (Prc-Fds) torna a puntare il dito sul progetto dell'infrastruttura ricordando i suoi numerosi interventi sulla questione del gasdotto Brindisi-Minerbio, “senza riuscire ad ottenere una adeguata visibilità per questa problematica”. Goracci fa quindi sapere che, il prossimo lunedì 23 gennaio “su mandato della Seconda Commissione consiliare, incontrerò il collega Lamberto Bottini (PD) per trovare un punto di vista equilibrato e condiviso che porti ad una mozione-risoluzione rispetto agli atti presentati sulla parte di metanodotto che interessa l'Umbria. Questo – osserva Goracci - è un obiettivo importantissimo su cui tutto il Consiglio deve lavorare al meglio”. Per Goracci “gli eventi, disgraziatissimi e drammatici di ieri, ci richiamano all'esigenza di scegliere presto e con nettezza. Non è un caso – spiega - che la contestazione più forte che facciamo al progetto riguarda la deturpazione ambientale, la mancanza di utilità per i territori coinvolti, la pericolosità dell'opera. Vedendo gli effetti dell'esplosione che ha interessato una conduttura 'piccola' a Barbaresco, in Toscana, della rete Snam dove erano in corso lavori di manutenzione, si può capire come la pericolosità torni ad avere un aspetto prevalente.


Tre operai che lavoravano al metanodotto, una donna che si trovava in una delle abitazioni distrutte, versano in gravissime condizioni, altri sei sono risultati i feriti. Si è sviluppato un incendio con fiamme che hanno raggiunto 200 metri di altezza e che si sono estese ad un tratto di bosco, un cratere largo decine di metri e profondo quasi 10, paesi e città al collasso, erogazione del gas interrotta con scuole chiuse ed abitazioni al freddo per giorni: uno scenario drammatico ed apocalittico che richiama tutti alla pericolosità intrinseca di queste infrastrutture. E stiamo parlando – evidenzia il consigliere regionale - di un 'tubo' di quelli che portano il metano ai paesi: piccolo, nemmeno paragonabile a quello della 'rete Adriatica', (diametro di oltre un metro) che, deturpando l'Appennino umbro-marchigiano, dovrebbe consentire ad Eni-Snam di portare il gas per essere venduto nei paesi del nord Europa”. L'auspicio di Goracci è che “la politica e le istituzioni regionali si orientino senza tentennamenti verso un serio approfondimento della questione ed un ulteriore ripensamento per giungere ad una profonda revisione del tracciato del gasdotto Brindisi-Minerbio”.