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martedì 24 luglio 2012

Votata Risoluzione sul Gasdotto nella Regione Marche


Apecchio-Città di Castello-Sulmona 24/07/2012

Votata Risoluzione sul Gasdotto nella Regione Marche

Un altro importante passo è stato fatto verso la soluzione dell’annosa questione relativa al megagasdotto Brindisi –Minerbio.
Il gasdotto, secondo il progetto della SNAM, dovrebbe risalire i crinali dell’Appennino per 700 chilometri partendo dalla Puglia fino a Minerbio in Romagna.

 Il 17 Luglio scorso, il Consiglio Regionale delle Marche ha approvato all’unanimità una risoluzione di grande importanza politica, un documento che impegna la giunta e direttamente il Presidente Spacca ad attivarsi presso il ministero competente per:

1) arrivare alla definizione di un tavolo di lavoro finalizzato all’individuazione di un percorso alternativo
2) predisporre un testo di legge a tutela delle aree di maggior pregio ambientale che arrivi a negare in casi simili l’intesa stato regioni
3) attivare la concertazione con le regioni interessate dal problema
4) inviare la risoluzione al Presidente del Consiglio e ai Presidenti e Capigruppo di Camera e Senato.

Precedentemente, anche la Regione Abruzzo aveva votato un documento simile e di seguito approvato una legge regionale che vieta la realizzazione di opere come questa  in aree di pregio ambientale e ad elevato rischio sismico.
Inoltre, il 26 Ottobre scorso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati aveva approvato anch’essa, sempre con voto unanime, una risoluzione che impegna il governo all’apertura di un tavolo per individuare un percorso alternativo.
Ormai sono una moltitudine gli enti, le istituzioni, i comuni, che si sono unite alla rete di comitati e associazioni in opposizione a quest’opera così come è stata concepita; tant’è che attualmente il coordinatore della rete dei comitati “No Tubo” è l’Assessore alle opere pubbliche  (già assessore all’Ambiente) del Comune dell’Aquila Alfredo Moroni.

Si è Arrivati all’ottimo risultato della risoluzione appena votata dal Consiglio Regionale delle Marche, sostengono i rappresentanti del Comitato Interregionale “NO TUBO”, anche grazie all’impegno di molti consiglieri che appoggiano questa battaglia di civiltà, in primo luogo Gino Traversini , Adriano Cardogna e i presidenti della 3° e 4° commissione, rispettivamente  Fabio Badiali ed Enzo Giancarli e quindi tutti i consiglieri (di tutti i partiti, compresi gli indipendenti) che hanno sottoscritto l’atto di pugno.
Ora la situazione si delinea con grande chiarezza, sostengono sempre i membri del Comitato, i cittadini e le istituzioni democratiche chiedono che il progetto venga fermato e si trovi un percorso alternativo.
La società proponente, contro le più elementari regole di democrazia, indifferente ai danni che ne deriverebbero all’economia montana, all’ambiente e alla sicurezza stessa dei cittadini pretende di procedere a testa bassa.
Se questo è ancora uno stato di diritto è elementare che si apra il tavolo per la ricerca di un percorso alternativo, dicono ancora al Comitato, procedere diversamente vorrebbe dire cercare di sovvertire le regole democratiche e ovviamente chi lo farà se ne assumerà per intero ogni responsabilità.

Comitato Interregionale No Tubo