comunicato stampa
L’ESPLOSIONE DI BAUMGARTEN E LO STRANO CASO
DELL'EMERGENZA GAS!
Nella mattinata del 12 dicembre c’è stata una
violenta esplosione nell’hub gasiero di Baumgarten che ha causato la morte di un
operaio e numerosi feriti. Secondo le prime verifiche, l’esplosione è stata
causata da un problema tecnico. Baumgarten è il terminale del ciclopico
gasdotto di Urengoy-Uzhgorod che collega la Russia all'Europa e, tramite il
passo del Tarvisio, entra in Italia il gas russo importato.
Sconcertante l’accaduto che ancora una volta ha dimostrato come queste infrastrutture,
estremamente pericolose, siano soggette ad esplosioni anche per
malfunzionamento o, come è avvenuto in alcuni
casi di esplosioni dei gasdotti in Italia, per smottamenti di terreno.
Subito è arrivata la dichiarazione dello stato di
emergenza da parte del Ministro dello Sviluppo Economico Calenda per
l’interruzione della fornitura anche se la stessa è stata riattivata in serata
e se tra gli addetti ai lavori non c’è stato allarmismo. Ma per Calenda l’occasione era troppo ghiotta e non ha
esitato a sostenere che il T.A.P. è necessario per non dipendere dal gas russo: ci preme rimarcare che sia in Europa che in
Italia di gasdotti ce ne sono in abbondanza e, che quanto concerne l’Italia, le
infrastrutture esistenti (metanodotti e rigassificatori) hanno una capacità di
importazione di 107 mld di mc annui, ben superiore ai consumi che nel 2016 sono
stati di 70,9 mld di mc. e, nel primo semestre 2017, sono stati pari a 39,4 mld
di mc).
Opere come
TAP e Rete Adriatica rispondono solo ad una logica di profitto, nulla hanno
a che vedere con gli approvvigionamenti tantomeno del gas russo perché al di là della minore
dipendenza da Mosca, la vera motivazione
per l’Italia nel voler imporre dall’alto questi progetti, è di diventare un
grande hub del gas nel cuore del Mediterraneo con un proprio mercato da
gestire.
Come Comitati siamo sempre stati convinti che più che
la corsa al gas, l’Italia dovrebbe correre ai ripari e puntare sulle
rinnovabili e sull’efficienza energetica, tenendo presente che i combustibili fossili sono i principali
responsabili dei cambiamenti climatici in atto e che un nuovo modello di economia che si
prenda cura della terra, ha come premessa indispensabile una profonda modifica del modello energetico.
Uno studio di alcuni ricercatori di Standford sostiene
che entro il 2050 l’Italia potrebbe coprire l’energia che consuma al 100% da
fonti rinnovabili: più o meno gli stessi anni della “vita utile” dell’investimento
sul Tap.
E mentre in Italia si continua ad insistere con opere
fortemente impattanti dannose per l’ambiente, per le economie locali e
pericolose per quanto attiene all’incolumità pubblica come Rete Adriatica che corre lungo l’Appennino
Centrale altamente sismico e il Tap, la Banca Mondiale (il più grande fondo
sovrano al mondo), annuncia che dal 2019 non finanzierà più esplorazioni e
sfruttamento di gas e petrolio (salvo qualche eccezione per i Paesi
sottosviluppati) e la BEI (Banca Europea degli Investimenti) ha disposto un
rinvio per il finanziamento del progetto TAP che, ricordiamo, è collegato al
Rete Adriatica (il troncone che interessa il nostro territorio è il
Sulmona-Foligno con la centrale di compressione a Sulmona).
Importando gas dall’Azerbaigian l’Italia favorisce
il regime dispotico che governa quel Paese dove vengono sistematicamente
violati i diritti umani, arrestati gli oppositori e i giornalisti indipendenti,
calpestate le libertà, regime che si
sostiene proprio attraverso il petrolio e il gas.
Sulmona, 14 dicembre 2017
Comitati Cittadini per l’ambiente
Info: Giovanna 3284776001 – Mario
3339698792- Lola 3498762841 Email: sulmonambiente@gmail.com –http://sulmonambientewordpress.com/https://www.facebook.com/pages/Comitato-Ambiente-Sulmona/163437587047697
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