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mercoledì 9 novembre 2011

Cmunicato stampa

Apecchio 09 Novembre 2011

E' evidente che la decisione scaturita il 2 novembre dalla Seconda Commissione Consiliare della Regione Umbria, sul tracciato del Gasdotto Brindisi Minerbio, ha lasciato tutti sconcertati, delusi ed amareggiati.
Dalle parole dell’Assessore Rometti infatti, traspare l’intenzione di non chiedere la revisione del progetto, ma solo qualche piccolo aggiustamento sul tracciato. 
Dopo le mozioni votate all'Unanimità in  Regione Abruzzo e alla Commissione Ambiente della Camera, sembrava naturale che anche in Umbria, Cuore Verde d'Italia, si procedesse sulla stessa strada, ovvero chiedere di istituire immediatamente un tavolo per rivedere il tracciato del Gasdotto Brindisi Minerbio e progettarne uno alternativo, meno impattante per i territori a più alta valenza ambientale e paesaggistica del nostro paese e soprattutto a maggiore rischio sismico.
Invece il nostro assessore Rometti e la Commissione, hanno deciso di non decidere e rimandare il tutto alla conferenza Stato-Regioni, dove esprimerà la posizione della Regione Umbria.
Ci chiediamo: quale è la pozizione della GIUNTA REGIONALE E DELLA COMMISSIONE?
Perché a noi cittadini ed abitanti dell’Umbria, interessati da questa infrastruttura che pesa profondamente sul  nostro futuro, non è dato saperlo
Come può Rometti parlare del piano paesaggistico regionale e affermare che "…la tutela e la valorizzazione del paesaggio sono fattori determinanti per le politiche di governo del territorio, costituendo anche una leva per lo sviluppo economico…" quando contemporaneamente si appresta a consentire la costruzione di un “ecomostro” sui crinali appenninici in grado di generare un danno paesaggistico talmente grande che  i suoi/nostri stessi funzionari regionali, negli atti istruttori (Determina Dirigenziale N.3792 del 06 Maggio 2005), dicono “….... l’alterazione paesaggistica prodotta dall’opera, nonostante le misure di graduale ripristino ambientale previste dal progetto, rimarrà visibile per un tempo considerevole e costituirà un segno pregiudizievole per la salvaguardia dei caratteri paesaggistici del territorio Umbro.”
Perchè i nostri amministratori disattendono i pareri dei propri tecnici?
Quale è la superiore "ragione politica"?
Eppure, grande era stato l'eco nazionale del voto alla Commissione Ambiente della Camera, dove la perseveranza di alcuni Onorevoli (Verini, Lolli, Mariani, Vannucci) facenti parte dello stesso partito che governa la Regione Umbria, aveva permesso di ottenere un voto unanime,  convincendo anche il Centrodestra della bontà delle  ragioni della nostra lotta, ad una mozione che chiede al Governo di istituire un tavolo per la revisione del progetto.
Con il voto alla Camera e con quello al Consiglio Regionale Abruzzese ogni ostacolo politico e tecnico era stato rimosso, non c’erano più alibi e anche i nostri pavidi amministratori avevano (ed hanno) la strada spianata. 
Vorremmo a questo punto comprendere (ed è nostro preciso diritto) le ragioni che hanno spinto la Seconda Commissione ambiente della Regione Umbria a decidere di non decidere, a non difendere il proprio territorio, i propri cittadini e i loro interessi. Se non ci sono ostacoli politici, quali "ostacoli" intravede il consigliere  Bottini (ex assessore all'ambiente) per essere diventato un sostenitore  “militante” del“progetto” e di chi lo propone?
Cosa c’è davvero in gioco che i cittadini umbri non devono sapere?
Il nostro tono è polemico, perché siamo delusi da un atteggiamento della politica regionale che davvero non comprendiamo, ma nonostante tutto riteniamo che vi sia in molti Consiglieri una chiara coscienza di tutta la situazione e che questi Consiglieri si rendano ben conto che le richieste di noi cittadini sono legittime e supportate da una logica stringente.
Quello che non solo noi chiediamo, ma insieme con noi lo chiedono il Parlamento, la Regione Abruzzo, Istituzioni locali come la Provincia di Perugia, di Pesaro Urbino e tanti comuni tra i quali Gubbio, Pietralunga e Città di Castello è un tavolo di confronto finalizzato ad una discussione seria, partecipata che porti ad una revisione del progetto. Ci aspettiamo perciò che, dopo l'atteggiamento pilatesco della Commissione, la questione possa trovare un ulteriore momento di confronto in aula e siamo certi che i Gruppi Consiliari, i singoli Consiglieri, potranno alla luce del sole assumere decisioni trasparenti e lineari, coerenti con la tutela di alcuni tra i beni più preziosi della nostra Umbria".

Distinti Saluti


p. Gruppo d'Intervento Giuridico onlus dott. Stefano Deliperi
Via Cocco Ortu, 32 - 09128 Cagliari

p. Comitato No Tubo Matteo Ottaviani
Via Kennedy 7 61042 Apecchio

martedì 8 novembre 2011

Ricciuti: il gasdotto è pericoloso

di Federica Pantano

SULMONA. La risoluzione approvata dalla commissione ambiente della Camera contro il tracciato del metanodotto Snam è stata accolta positivamente dal consigliere regionale Luca Ricciuti. Unico esponente del Pdl firmatario dello stesso provvedimento approvato pochi giorni fa dal consiglio regionale e presidente della II commissione Territorio, Ricciuti condivide un certo allarme sul rischio sismico e la contaminazione ambientale del progetto. «Oltre al percorso del gasdotto, l'ubicazione della centrale a Sulmona è una vera e propria follia», interviene Ricciuti, «ci sono altri posti in altre regioni d'Italia dove l'impatto ambientale, storico e sull'economia locale sarebbe di gran lunga minore. Perciò la Snam pensi a spostare anche l'impianto di spinta, oltre al gasdotto». La risoluzione approvata dalla commissione ambiente della Camera dei deputati impone al Governo la modifica del percorso del metanodotto Brindisi-Minerbio, con il troncone Sulmona-Foligno da 167 chilometri, che prevede la relativa centrale da costruire - secondo i piani della multinazionale - nei pressi del cimitero sulmonese. «Si tratta di un documento determinante», spiega Ricciuti, «che va nella stessa direzione di quello approvato in consiglio regionale, su proposta mia, oltre che dei gruppi di minoranza. Ora si rimette in discussione tutto». Secondo il consigliere la palla passerebbe ora al Ministero dello sviluppo economico. «Ora più che concentrarci sulla conferenza dei servizi in Regione», continua Ricciuti, «risulta fondamentale quella da farsi al ministero dello sviluppo economico che chiederemo si svolga subito. Si tratta di un provvedimento risolutivo che dà ragione a quanti si opponevano al progetto».