Puoi contattarci QUI

ABBIAMO BISOGNO ANCHE DEL TUO AIUTO

SERVONO FINANZIAMENTI PER I RICORSI! QUALSIASI DONAZIONE E' IMPORTANTE.
Di seguito il codice IBAN per una vostra donazione...


IT73A0359901899050188528865

martedì 22 febbraio 2011

GASDOTTO RETE ADRIATICA: “PAGHIAMO IL PREZZO DELLE AMBIZIONI DELLA SNAM”

Apecchio – Cagliari 22/01/2011

“La Snam ha diffuso comunicazioni fuorvianti per giustificare un’opera, quella del gasdotto, dannosa e inutile per le popolazioni Appenniniche. La verità è che il nostro territorio sosterrà i costi ambientali ed economici delle ambizioni della Snam”. Queste le dichiarazioni dell’assessore all’Ambiente del Comune dell’Aquila e Presidente del Coordinamento interregionale antigasdotto Alfredo Moroni. “La Snam continua a giustificare il suo progetto come opera strategica: i fatti, però, dicono il contrario. Attualmente il fabbisogno di gas in Italia è di circa 85 miliardi di metri cubi l’anno, mentre le infrastrutture esistenti hanno una capacità ben superiore, pari cioè a 107 miliardi di metri cubi annui. Allora, viene da chiedersi, a cosa serve quest’opera? La risposta la fornisce la stessa Snam in un articolo del Sole24ore, in cui l’amministratore delegato Malacarne spiega che la società ha come obiettivo prioritario quello di rafforzare il suo ruolo di hub, cioè rivendita del gas a Paesi terzi, in particolare nel centro Europa. Per questo, precisa nell’articolo, “è necessario potenziare le capacità di trasporto lungo le dorsali”. Ecco dunque chiarito a cosa serve il grande metanodotto. Gli enormi guadagni della Snam verranno, in pratica, coperti e sostenuti dalle comunità dell’Appennino, che pagheranno un prezzo altissimo in termini ambientali e sociali. La scelta di realizzare il metanodotto sull’asse appenninico è, infatti, dettata solo da ragioni economiche, poiché le spese di servitù del passaggio sono più basse rispetto alla costa”. Riguardo ai problemi di rischio sismico, la stessa Commissione Ministeriale di valutazione impatto ambientale (VIA), che ha esaminato il progetto nel tratto Sulmona Foligno, sottolinea “l’altissimo rischio sismico dei territori attraversati dal gasdotto,”. Ciò è talmente vero che la stessa Commissione, nel prescrivere studi di dettaglio sulla risposta sismica locale dell’opera giunge alla conclusione che essi, in ogni caso, serviranno non per eliminare, ma solo per “ridurre la vulnerabilità della condotta in caso di sisma”. Il tracciato coincide, inoltre, con numerosissime aree protette che insistono su vari parchi naturali e, in particolare, con il territorio del progetto “Appennino Parco d’Europa”, il più importante programma di sistema avviato nel nostro Paese. Sarebbero devastanti, le alterazioni paesaggistiche: la Snam anche in questo caso tende a minimizzare i danni dicendo “l’impatto del metanodotto con l’ambiente è del tutto temporaneo” I funzionari della Regione Umbria non sono della stessa opinione e sostengono : “L’intervento sia in fase di cantiere che in fase di esercizio, comporta rilevanti problemi di natura paesaggistica in quanto il tracciato interessa solo in minima parte terreni agricoli pianeggianti, mentre la restante interessa un territorio variegato dal punto di vista geomorfologico ed estremamente delicato e di pregio sotto il profilo paesaggistico ambientale “ “Inoltre l’alterazione paesaggistica prodotta dall’opera, nonostante le misure di graduale ripristino ambientale previste dal progetto, rimarrà visibile per un tempo considerevole e costituirà un segno pregiudizievole per la salvaguardia dei caratteri paesaggistici del territorio Umbro”. A chi dobbiamo credere, ad una azienda che deve vendere il proprio prodotto o ai funzionari regionali stipendiati da noi cittadini per la tutela dei nostri territori? Infine ricordiamo che, come asseriscono sempre gli stessi funzionari Umbri, “Il progetto del metanodotto prevede l’attraversamento di numerosi fossi, torrenti e fiumi. Le modificazioni dell’alveo e delle sponde in seguito al loro attraversamento, risultano negative e permanenti. Non è pertanto proponibile una previsione di tracciato che, correndo parallelo ai corsi d’acqua li interseca più volte.” E a proposito di fiumi, ricordiamo che il metanodotto attraverserebbe decine e decine di corsi d’acqua (più di trenta nel solo tratto Foligno-Sestino). Nel tratto Sestino-Minerbio il Fiume Savio verrebbe attraversato oltre 20 volte. E’ davvero singolare, poi, che la Snam sminuisca clamorosamente lo scopo di un metanodotto di 687 Km., che va da sud a nord della penisola, attraversando dieci Regioni, quando parla di “cinque tratti funzionalmente autonomi” per ciascuno dei quali è stata presentata istanza di valutazione di impatto ambientale. Ma come? Da un lato si sostiene che l’opera è strategica per il nostro Paese e dall’altro si cerca di far credere che i cinque tronconi del megagasdotto sono indipendenti l’uno dall’altro? E’ fin troppo evidente il tentativo di giustificare l’artificiosa suddivisione dell’opera al fine di evitare la valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e la valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) unica. Operazione, questa, della quale la Snam è chiamata a rispondere alla Commissione Europea, a cui si sono rivolte, con specifiche denunce, diverse Amministrazioni Pubbliche e migliaia di cittadini dei territori interessati. Infine, per contrastare questa mostruosità, si è costituito un comitato interregionale, che si è dato una propria “carta”, quasi un manifesto, che dettaglia le motivazioni di chi si oppone, in tutto il paese all’ecomostro; numerosissime le adesioni di associazioni, amministratori di enti di ogni tipo, cittadini e politici di ogni tendenza.

Distinti Saluti
p. Gruppo d'Intervento Giuridico onlus dott. Stefano Deliperi
p. Comitato No Tubo Matteo Ottaviani

lunedì 21 febbraio 2011

QUALI INTERESSI DIFENDE IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA L’AQUILA? DI CERTO NON L’INTERESSE GENERALE

Il presidente di Confindustria l’Aquila, Fabio Spinosa Pingue, accusa il consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio di fare demagogia sul metanodotto della Snam.
Ad essere fuori dalla realtà è invece il rappresentante di Confindustria perché Di Pangrazio, sollecitando la Regione Abruzzo ad assumere una chiara posizione al riguardo, interpreta l’interesse generale e quindi la volontà dei cittadini che vivono nei territori interessati dal progetto Snam.
Vogliamo solo ricordare a Spinosa Pingue che contro questo progetto si sono espresse, con delibere consiliari assunte sempre all’unanimità, decine di Amministrazioni Locali tra cui la Provincia dell’Aquila, il Comune dell’Aquila e il Comune di Sulmona.
Anche tutti questi amministratori pubblici fanno demagogia?
Spinosa Pingue, continuando a schierarsi con chi persegue solo interessi di parte (ieri il cementificio Toto, oggi il metanodotto e la centrale Snam) ha perso una buona occasione per concorrere, almeno per una volta, alla difesa del bene comune.
Nonostante il “si a prescindere” che il presidente di Confindustria continua a dire nei confronti degli insediamenti insalubri ed altamente impattanti, i cittadini continueranno a contrastare con determinazione gli “appetiti” dei poteri forti e a difendere il diritto di decidere sul futuro del proprio territorio.


Sulmona, 19/02/2011

Comitati cittadini per l’ambiente

METANODOTTO: CONFINDUSTRIA L'AQUILA ''BASTA CAVALCARE PROTESTE''

L’AQUILA - L’assessore comunale Alfredo Moroni (Pd) è d’accordo con la dichiarazione del consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio, quando afferma che ”la forte mobilitazione che da diversi mesi vede impegnate le popolazioni del centro Abruzzo e dell'Aquilano per bloccare il progetto del metanodotto adriatico, va condivisa e sostenuta con convinzione e determinazione”, ma non è accettata dalla Confindustria.
Per il presidente della Confindustria L’Aquila Fabio Spinosa Pingue “è singolare, anche se ormai di prassi, che rappresentanti della cosa pubblica non curino la stessa ma la propria raccolta di consenso, cavalcando ora una protesta ora un'altra”.
Per la Confindustria ”la politica si fa con le proposte e non con i reclami, i proclami e le manifestazioni di piazza. Sarebbe ora di cominciare ad occupare lo spazio dell'informazione pubblica per parlare di cosa è buono fare e di chi ha fatto bene anziché spendere tempo, pagato con denaro pubblico, per parlare male di chi ha fatto male e di chi ha fatto bene”.
Per Spinosa Pingue c’è anche un fatto di etica e moralità: ”Cavalcare la protesta come sistema è pura demagogia, finalizzata a fare vetrina e stare in mostra per raccattare qualche voto. Ebbene, segnalo al vice presidente della Commissione Lavori Pubblici della nostra Regione, che gli uomini del ’no a prescindere’ stanno ad attestare che conflitto e scarsa partecipazione sono le due gambe sulle quali stiamo camminando in questo momento: un modo piuttosto instabile per affrontare la crisi epocale che ci attanaglia”.