Puoi contattarci QUI

ABBIAMO BISOGNO ANCHE DEL TUO AIUTO

SERVONO FINANZIAMENTI PER I RICORSI! QUALSIASI DONAZIONE E' IMPORTANTE.
Di seguito il codice IBAN per una vostra donazione...


IT73A0359901899050188528865

giovedì 11 dicembre 2008

Altri “no” piovono sul gasdotto gigante dell’Appennino

Alla cortese attenzione degli organi di stampa

Altri “no” piovono sul gasdotto gigante dell’Appennino. Dopo i pareri negativi del Consiglio della Regione Marche, della Provincia di Pesaro Urbino, della CM del Catria e del Nerone e di quella della Valmarecchia , dei comuni di Gubbio e Pietralunga, anche la Provincia di Perugia, si schiera contro quello che molti hanno ribattezzato l’ecomostro.
Con un ODG votato in data 12 novembre 2008 a larga maggioranza, la Provincia chiede di …“individuare un progetto alternativo per il passaggio del metanodotto lungo il territorio nazionale, tenendo in debito conto tutte le ipotesi”… e ancora …“Nella zona appenninica il metanodotto verrebbe ad insistere pesantemente su un ambiente contraddistinto dalla presenza di frane attive non censite, di terreni fragili, aree rocciose, pendenze pericolose, corsi d'acqua, flora e fauna selvatiche, nonché di pregevoli siti collegati alla rete europea Natura 2000. I danni apportati dalla realizzazione dell'infrastruttura sarebbero irreversibili, a partire da quelli derivanti dagli enormi sbancamenti di crinali e fondovalle e dalla costruzione, in aree fino ad oggi occupate da sentieri escursionistici o da vegetazione, di una fitta rete di strade necessarie a portare sul posto i macchinari” Da tutto ciò è scaturito l’ordine del giorno per “ribadire, in tutte le sedi istituzionali, la validità del parere negativo in merito all'opera formulato dalla Provincia; intervenire presso la Regione per ottenere, alla luce di due vincolanti pareri negativi, la verifica della validità della Valutazione di Impatto Ambientale concessa e l'avvio della Valutazione Ambientale Strategica di ambito pubblico, considerato che in essa la valutazione dell'aspetto ambientale di un'opera è correlata alla valutazione di tutte le ricadute socio-economiche; per impegnarsi assieme agli enti ed ai soggetti interessati, affinchè si individui un progetto alternativo”…
Intanto, l’Onorevole Massimo Vannucci (PD) ha depositato un’interrogazione alla Camera dei Deputati. Nell’interrogazione l’On. si fa portavoce delle preoccupazioni delle popolazioni delle aree appenniniche che temono l’ennesima espropriazione dei propri beni, ma stavolta all’ennesima potenza, con lo stravolgimento del territorio e danni ambientali irreversibili, con relative ricadute negative sul turismo rurale e ambientale, che sta attualmente conoscendo un costante sviluppo, in controtendenza con i dati inerenti gli altri comparti turistici classici.
Al comitato No Tubo, una rete di persone e associazioni estesa su Marche e Umbria lungo il tracciato del gasdotto, ricordano che la proposta è passata sulla testa della gente, dato che ancora adesso vi sono dei cittadini residenti nelle aree interessate che non sanno cosa sta per capitargli. E le direttive europee dicono chiaramente che non basta pubblicare annunci su qualche quotidiano per ritenere di aver informato i cittadini. L’Europa parla di partecipazione, mentre in questo caso ci si appresta a realizzare quello che da molti è ritenuto un “progetto contro”; contro i cittadini.

Ricordiamo che in settembre, contro il parere unanime del Consiglio regionale delle Marche, il Dirigente del servizio ambiente della Regione aveva emesso un parere favorevole al progetto, generando un autentico e spettacolare paradosso, nel quale i dipendenti della Regione agiscono in modo autonomo, prescindendo dalla politica e addirittura sostituendosi ad essa.

Contro questo parere, il Comitato No Tubo, assieme ai cittadini e ass.ni ambientaliste, ha depositato un ricorso al TAR delle Marche. Insomma, i cittadini contro la Regione, o forse contro alcuni pezzi della Regione. Ora ci si chiede se, per caso, qualcuno tra i pur numerosi consiglieri e assessori della regione non colga il paradosso e non decida di prendere ad esempio l’onorevole Vannucci, e di muoversi a difesa dei cittadini e dei loro legittimi interessi e preoccupazioni.

Distinti saluti

venerdì 5 dicembre 2008

lunedì 1 dicembre 2008

lunedì 17 novembre 2008

Leggete cosa ha deciso la Provincia di Perugia il 12 Novembre

Il documento presentato dal Prc: “Adottare le soluzioni meno impattanti possibili”

(Cittadino e Provincia) – Perugia, 12 novembre ’08 – “Individuare un progetto alternativo per il passaggio del metanodotto lungo il territorio nazionale, tenendo in debito conto tutte le ipotesi e, in ogni caso, adottando le soluzioni meno impattanti possibili sul territorio, sul paesaggio e sull'economia tradizionale dei nostri territori”. Questa la richiesta contenuta nell’ordine del giorno che il Consiglio provinciale di Perugia ha approvato a maggioranza, con 13 voti favorevoli, 6 contrari e un voto di astensione. Il documento, presentato dal gruppo del Prc e illustrato in aula dal consigliere Luca Baldelli, ha per oggetto il progetto del metanodotto di SNAM Spa Rete Gas “Brindisi – Minerbio” nel tratto “Foligno-Sestino”. Un tratto che attraversa comuni umbri e marchigiani della fascia appenninica come Gubbio, Pietralunga, Città di Castello, Apecchio, Mercatello sul Metauro, Borgo Pace. Nel complesso l'infrastruttura prevista si snoda per 687 km circa, con un condotto di 1.200 mm di diametro adagiato a 5 metri di profondità, una servitù di pertinenza di 40 metri, più un corollario logistico di piste di percorso e cantieri. “La sua asserita valenza di interesse pubblico – si argomenta nel documento - è contraddetta dal fatto che un'azienda privata, la British Gas, si occuperà della distribuzione del metano, senza alcuna ricaduta, né contropartita per i territori. Inoltre nella zona appenninica il metanodotto verrebbe ad insistere pesantemente su un ambiente contraddistinto dalla presenza di frane attive non censite, di terreni fragili, aree rocciose, pendenze pericolose, corsi d'acqua, flora e fauna selvatiche, nonché di pregevoli siti collegati alla rete europea Natura 2000”. Per i proponenti l’o.d.g. i danni apportati dalla realizzazione dell'infrastruttura “sarebbero irreversibili, a partire da quelli derivanti dallo sbancamento di crinali e fondivalle e dalla costruzione, in aree fino ad oggi occupate da sentieri escursionistici o da vegetazione, di strade necessarie a portare sul posto i macchinari”. La Regione Umbria, come ricordato nell’o.d.g., sull'opera ha rilasciato un parere di Valutazione di Impatto Ambientale con determinazione del 6/05/05 e successive integrazioni, mentre la Comunità Montana Altotevere Umbro e la Comunità Montana Alto Chiascio non sono mai state coinvolte nell'istruttoria, né hanno mai formulato alcun parere in merito, nè Comuni come Gubbio hanno mai espresso pareri di merito relativi al progetto, ma si sono limitati ad esprimere solamente pareri urbanistici. La Provincia di Perugia (Area Ambiente e Territorio), dal canto suo, nel maggio ‘06, ha espresso parere negativo in merito alla compatibilità del metanodotto con il vigente PTCP edil Servizio Programmazione forestale, faunistico, venatorio ed Economia Montana della Regione Umbria ha trasmesso parere negativo in merito ad imprescindibili aspetti legati alla flora ed alla fauna. Nel documento si ricorda infine che alcuni Enti locali interessati, assieme ad alcune associazioni hanno costituito una rete denominata Comitato No Tubo “con l'intenzione di difendere il territorio e l'ambiente dalla realizzazione di un'opera altamente impattante, non adeguatamente ponderata e partecipata nelle sue fasi progettuali”. Da tutto ciò è scaturito l’ordine del giorno per “ribadire, in tutte le sedi istituzionali, la validità del parere negativo in merito all'opera formulato dalla Provincia; intervenire presso la Regione per ottenere, alla luce di due vincolanti pareri negativi, la verifica della validità della Valutazione di Impatto Ambientale concessa e l'avvio della Valutazione Ambientale Strategica di ambito pubblico, considerato che in essa la valutazione dell'aspetto ambientale di un'opera è correlata alla valutazione di tutte le ricadute socio-economiche; per impegnarsi assieme agli enti ed ai soggetti interessati, affinchè si individui un progetto alternativo”. Si sono dichiarati a favore del documento i consiglieri Lorenzo Delle Grotti (Pse), che ha ricordato come si ritenne opportuno assumere un’analoga presa di posizione anche a Norcia per il tratto che interessava quel delicato territorio, Lazzaro Bogliari (Pd), che ha giudicato il documento “saggio e di buon senso”, e Guido De Prisco (Prc) che ha parlato di importanza di un coinvolgimento anche delle popolazioni locali. Anche per il vicepresidente della Provincia Palmiro Giovagnola “non si tratta di dire no a priori al progetto, bensì di intervenire per far sì che questo sia il più possibile compatibile con il territorio che dovrà attraversare”. Hanno invece espresso parere contrario i consiglieri di opposizione, tra i quali gli esponenti di An Giovanni Ruggiano,secondo il quale è ormai troppo tardi perpresentare simili istanze, e Bruno Biagiotti per cui sarebbe stato più opportuno riportare il testo in Commissione. Proposta questa condivisa da Luciano Paci (Unione di Centro), per il quale la delicatezza dell’argomento e le preoccupazioni suscitate avrebbero necessitato la consultazione di esperti. Da qui il suo voto di astensione.

giovedì 1 maggio 2008

martedì 29 aprile 2008

COMUNICATO STAMPA

Città di Castello 29/04/08
Alla cortese attenzione degli organi di stampa

Il comitato No Tubo, che come è noto si batte contro il progetto del gasdotto Brindisi Minerbio, un vero esempio di “insostenibilità” a causa dell’immane impatto che produrrebbe se realizzato, sta predisponendo il calendario delle attività per l’estate autunno 2008, in collaborazione con il Coordinamento dei Comitati per la tutela del Metauro, Candigliano e Cesano e con alcune istituzioni locali. Il calendario verrà diffuso a breve e prevede manifestazioni di vario genere ed escursioni sui siti interessati. Diverse le novità: intanto una convergenza con lo storico Comitato per la difesa del Rio Fergia, attivo nella zona di Gualdo Tadino, che si batte per la salvaguardia delle acque dell’omonima zona sorgentizia, a rischio captazione da parte di alcune multinazionali. Il tracciato del metanodotto interessa proprio quella zona (quando si dice piove sul bagnato…) e questo ha determinato una convergenza di intenti e di azioni da parte dei cittadini aderenti ai comitati. Il primo maggio quindi, prima giornata “No Tubo” 2008 a Boschetto di Gualdo Tadino, con una bella e facile escursione nell’area del Rio Fergia, seguita nel pomeriggio da una esposizione delle problematiche relative all’eventuale passaggio “dell’ecomostro”. Una folta delegazione marchigiana si sta predisponendo alla trasferta in quel di Gualdo, per contribuire alla riuscita della giornata dedicata al “No Tubo” e alla difesa delle acque.
Intanto, giungono positive novità da Gubbio, dove la Giunta Comunale ha approvato una delibera nella quale si richiede alla Regione Umbria di attivarsi presso il Ministero Competente per la sospensione dell’iter procedurale in atto e quindi del V.I.A. nazionale, e la produzione di un progetto alternativo data la non compatibilità dell’opera proposta con il territorio interessato.
Tutti a Gualdo dunque, per una giornata all’aperto, all’insegna della difesa del diritto, della partecipazione e della democrazia.

venerdì 4 aprile 2008

COMUNICATO STAMPA

Città di Castello 04/04/08
Alla cortese attenzione degli organi di stampa

Sabato 29 Marzo a Boschetto di Gualdo Tadino (PG) si è tenuto un incontro pubblico tra il Comitato No Tubo e il Comitato per la difesa del Rio Fergia.
L’incontro era finalizzato ad informare la gente, i residenti soprattutto, del progetto del gasdotto Brindisi-Minerbio, che attraversa Umbria e Marche e riguarda direttamente gli abitanti di Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Gubbio ed in generale tutti quelli dell’Umbria orientale. Il livello di informazione infatti continua ad essere scarso e la gente, pur direttamente interessata, apprende solo ora la cosa e sempre ad opera del Comitato o delle Associazioni, malgrado i nostri politici parlino di “Democrazia Partecipata”.
L’incontro è stato proficuo e sono già state stabilite linee di azione comuni tra i due comitati, con un programma di azioni per i prossimi mesi.
Erano presenti i rappresentanti locali di diverse forze politiche e alcuni amministratori, che hanno preso atto del problema e garantito il proprio interessamento.
L’incontro fa seguito alla conferenza stampa che il Comitato No Tubo ha tenuto a Perugia il 28 Marzo scorso, assieme all’Arcicaccia sez. Città di Castello, WWF Umbria, Alla Legambiente Umbria, al CAI di Città di Castello e quello di Perugia, alla Lupus in Fabula, Italia Nostra, il Comitato Cittadinanza attiva ambiente e legalità, Comitato Civico Norcia per l’ambiente e di esponenti politici regionali di destra e di sinistra (Vinti, Dottorini e la sign. Spagnoli). Anche in questa occasione sono state illustrate le problematiche relative all’impatto dell’opera che, secondo molti degli oppositori, potrebbe rappresentare un’autentica catastrofe ambientale, stanti le caratteristiche dei territori attraversati, con danni irreparabili, come afferma la stessa regione Umbria.
Cresce quindi la coscienza tra la popolazione, mentre movimenti e associazioni superano di slancio le barriere regionali. E’ tempo che a tale fermento spontaneo facciano seguito quelle che, in un paese normale dove le istituzioni non fanno le cose contro i cittadini, dovrebbero essere le ovvie e conseguenti azioni politiche.
Ma, va rimarcato, la mancanza di informazione sembra essere la caratteristica di fondo in questa vicenda.
Solo ora infatti le popolazioni interessate da quella che pare essere una delle opere piú impattanti mai intraprese in Umbria, vengono a conoscenza della reale natura del progetto. Solo ora gli amministratori locali sembrano prendere coscienza di cosa é stato effettivamente presentato loro. Dunque, é chiaro che un progetto di questa portata in grado, come afferma la stessa regione, di apportare una devastazione di vasta portata al territorio umbro (e non solo), non é stato affatto condiviso con la gente, come invece é necessario per queste opere.
E´ per questo che i comitati e le associazioni hanno chiesto e chiedono, previa verifica della effettiva utilità dell’ opera, il rifacimento del progetto, e l‘ individuazione di un tracciato realmente alternativo, meno impattante, meno costoso, sostenibile. Questo progetto infatti, di sostenibile non ha nulla, dati gli impatti sul paesaggio, nei fiumi, nei boschi, sulla flora e sulla fauna selvatica, con la probabile estinzione, nei nostri territori, di alcune specie importanti, che forse é qualcosa di piú che una semplice possibilitá. Ricordiamo anche e sopratutto le ricadute negative che avrà nelle attività turistiche e nelle proprietà private.
Confidiamo comunque che l’Assessore Bottini e la Stessa Regione Umbria sappiano difendere i cittadini, i loro beni, i loro diritti, il territorio e un ambiente naturale ancora integro dalle “pressioni forti dei poteri forti“ e intervengano nelle sedi preposte per la predisposizione di un nuovo progetto, forti della convinzione e consapevolezza che nessuno puo permettersi di decidere ed operare contro i cittadini.

mercoledì 23 gennaio 2008

21 GENNAIO A PIETRALUNGA

Erano in corsi dei lavori di “sondaggio” del terreno da parte di una ditta subappaltatrice della SNAM. Pare che la trivella dovesse arrivare a 120 mt di profondità (un po’ strano per un sondaggio conoscitivo). Il proprietario, venuto a conoscenza della vera natura del sondaggio e più in generale della natura ed entità del gasdotto Brindisi Minerbio, ha ritirato il proprio permesso per l’esecuzione del lavoro. E’ quindi intervenuto il consigliere comunale di minoranza Gialuca Ortali, che dopo essersi consultato con il proprietario e aver ricevuto l’appoggio del Sindaco, si è recato sul posto per verificare le generalità degli operatori della ditta. Generalità che non corrispondevano a quelle indicate sul decreto prefettizio. A questo punto il consigliere ha consigliato alla ditta di togliere rapidamente le tende e in poco tempo le trivelle sono state smontate e il cantiere completamente disarmato.
La decisione con la quale è intervenuto un membro del consiglio comunale di Pietralunga dà comunque la misura di quale sia lo stato d’animo di molti cittadini di fronte all’atteggiamento impositivo della SNAM e di alcuni organi istituzionali. Questi tentativi delle ditte subappaltatrici della SNAM di avvantaggiarsi sui tempi, in maniera non sempre ortodossa, contribuiscono comunque ad alimentare la tensione tra i cittadini che temono danni ingenti all’ambiente naturale e l’affossamento del turismo, con danni consistenti sull’occupazione e sull’economia legata a questo settore, che nelle aree appenniniche è in costante incremento.
Il modo in cui SNAM gestisce la questione, dimostra la vera natura di questa “grande opera”.
SNAM, in nome di un presunto interesse generale, cerca di far passare il proprio interesse in ogni modo distruggendo l’ambiente (persino i boschi ad alto fusto all’interno delle aree SIC / ZPS) con la pretesa di “mettere tutto a posto in un anno o due”.
LA VICENDA DIMOSTRA CHE CI SI PUO’ OPPORRE AL GIGANTE SNAM . LE LEGGI VALGONO PER TUTTI E SI POSSONO FAR RISPETTARE COME HANNO DIMOSTRATO IL SINDACO SBORZACCHI, IL CINSIGLIERE ORTALI ED IL PROPRIETARIO DEL TERRENO COINVOLTO.

mercoledì 16 gennaio 2008

Riunione a Pietralunga

Martedì 15 Gennnaio 2008 si è riunito nella Sala del Consiglio Comunale di Pietralunga il Comitato No Tubo assieme ai proprietari terrieri interessati dal passaggio del gasdotto Brindisi-Minerbio, ai cittadini impegnati nella salvaguardia ambientale dei territori e ad un gruppo di Legali esperti in diritto dell’ambiente ed azioni risarcitorie.
Durante le riunione sono state spiegate ai presenti le eventuali iniziative legali che il Comitato assieme all’Ufficio Tecnico Legale intraprenderà per contrastare l’opera che pare presentare molte lacune soprattutto per quanto riguarda la violazione di norme riguardanti la salvaguardia dei territori, i quali ricordiamo sono per la maggior parte sottoposti a vincoli ambientali, forestali e idrogeologici.
Inoltre, vista la forte svalutazione che subiranno i beni posti nei territori interessati dal passaggio del gasdotto, territori che negli ultimi anni hanno accresciuto enormemente il loro valore e la loro fama in Italia e all’estero grazie alla loro integrità ambientale, l’Ufficio Tecnico Legale si è impegnato a difendere i proprietari e tutti coloro che subiranno danni permanenti e non da questa opera.
Il Comitato accoglie con forte interesse la presa di posizione del Sindaco del Comune di Pietralunga che, con la sua dichiarazione del 15 Gennaio, pare aver compreso le istanze per cui lo stesso Comitato si sta impegnando. Pertanto il Comitato, conscio dell’importanza della scelta del Sindaco Sburzacchi di capire meglio le ragioni e i problemi legati alla costruzione del Gasdotto, appoggerà le azioni che lo stesso Comune intraprenderà nella tutela del territorio.
Non stiamo assumendo una posizione prettamente ideologica e le numerose associazioni che ci stanno appoggiando, vogliamo ricordare Arcicaccia, CAI Club Alpino Italiano di Città di Castello, gli amici di Beppe Grillo di Città di Castello e di Perugia, il WWF Umbria e l’Associazione Culturale il Punto Verde, stanno a dimostrare per la loro variegata composizione che questa è una battaglia per proteggere e tutelare un territorio e le sue risorse per noi e le generazioni future.
Vogliamo per ultimo ricordare come un articolo uscito nel Sole 24 Ore del 2 gennaio spieghi apertamente la maniera in cui la massiccia e già pianificata costruzione di gasdotti e rigassificatori nel nostro paese, miri a fare dell’Italia un Hub nel mercato internazionale del gas. Un porto o uno scalo, come meglio definito, per l’esportazione del gas verso l’Europa, con un bilancio tra danni e benefici in negativo, visto che anche il gas non avrà lunga vita, secondo le stime ufficiali. Per i cittadini italiani, che stanno pagando più degli altri paesi europei le tariffe dei servizi forniti dalle imprese dell’energia, rimarrebbe solamente un territorio devastato con una forte diminuzione di tutti i valori a questo legati, da quello immobiliare a quello ambientale per non parlare della valenza turistica: oltre al danno anche la beffa.