Città di Castello 04/04/08
Alla cortese attenzione degli organi di stampa
Sabato 29 Marzo a Boschetto di Gualdo Tadino (PG) si è tenuto un incontro pubblico tra il Comitato No Tubo e il Comitato per la difesa del Rio Fergia.
L’incontro era finalizzato ad informare la gente, i residenti soprattutto, del progetto del gasdotto Brindisi-Minerbio, che attraversa Umbria e Marche e riguarda direttamente gli abitanti di Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Gubbio ed in generale tutti quelli dell’Umbria orientale. Il livello di informazione infatti continua ad essere scarso e la gente, pur direttamente interessata, apprende solo ora la cosa e sempre ad opera del Comitato o delle Associazioni, malgrado i nostri politici parlino di “Democrazia Partecipata”.
L’incontro è stato proficuo e sono già state stabilite linee di azione comuni tra i due comitati, con un programma di azioni per i prossimi mesi.
Erano presenti i rappresentanti locali di diverse forze politiche e alcuni amministratori, che hanno preso atto del problema e garantito il proprio interessamento.
L’incontro fa seguito alla conferenza stampa che il Comitato No Tubo ha tenuto a Perugia il 28 Marzo scorso, assieme all’Arcicaccia sez. Città di Castello, WWF Umbria, Alla Legambiente Umbria, al CAI di Città di Castello e quello di Perugia, alla Lupus in Fabula, Italia Nostra, il Comitato Cittadinanza attiva ambiente e legalità, Comitato Civico Norcia per l’ambiente e di esponenti politici regionali di destra e di sinistra (Vinti, Dottorini e la sign. Spagnoli). Anche in questa occasione sono state illustrate le problematiche relative all’impatto dell’opera che, secondo molti degli oppositori, potrebbe rappresentare un’autentica catastrofe ambientale, stanti le caratteristiche dei territori attraversati, con danni irreparabili, come afferma la stessa regione Umbria.
Cresce quindi la coscienza tra la popolazione, mentre movimenti e associazioni superano di slancio le barriere regionali. E’ tempo che a tale fermento spontaneo facciano seguito quelle che, in un paese normale dove le istituzioni non fanno le cose contro i cittadini, dovrebbero essere le ovvie e conseguenti azioni politiche.
Ma, va rimarcato, la mancanza di informazione sembra essere la caratteristica di fondo in questa vicenda.
Solo ora infatti le popolazioni interessate da quella che pare essere una delle opere piú impattanti mai intraprese in Umbria, vengono a conoscenza della reale natura del progetto. Solo ora gli amministratori locali sembrano prendere coscienza di cosa é stato effettivamente presentato loro. Dunque, é chiaro che un progetto di questa portata in grado, come afferma la stessa regione, di apportare una devastazione di vasta portata al territorio umbro (e non solo), non é stato affatto condiviso con la gente, come invece é necessario per queste opere.
E´ per questo che i comitati e le associazioni hanno chiesto e chiedono, previa verifica della effettiva utilità dell’ opera, il rifacimento del progetto, e l‘ individuazione di un tracciato realmente alternativo, meno impattante, meno costoso, sostenibile. Questo progetto infatti, di sostenibile non ha nulla, dati gli impatti sul paesaggio, nei fiumi, nei boschi, sulla flora e sulla fauna selvatica, con la probabile estinzione, nei nostri territori, di alcune specie importanti, che forse é qualcosa di piú che una semplice possibilitá. Ricordiamo anche e sopratutto le ricadute negative che avrà nelle attività turistiche e nelle proprietà private.
Confidiamo comunque che l’Assessore Bottini e la Stessa Regione Umbria sappiano difendere i cittadini, i loro beni, i loro diritti, il territorio e un ambiente naturale ancora integro dalle “pressioni forti dei poteri forti“ e intervengano nelle sedi preposte per la predisposizione di un nuovo progetto, forti della convinzione e consapevolezza che nessuno puo permettersi di decidere ed operare contro i cittadini.
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