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venerdì 14 settembre 2012

Il più deciso “no” a “questo” tracciato del gasdotto Snam sull’Appennino!


Il Comitato interregionale “No Tubo”e l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus hanno inoltrato (13 settembre 2012) un atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di “verifica di assoggettabilità” relativo al progetto di variante del tracciato del gasdotto “Rete Adriatica” (tronco Foligno-Sestino) nei Comuni di Gubbio e Gualdo Tadino (PG) proposto dalla Snam Rete Gas s.p.a.   
La variante è stata determinata dalla prescrizione della Regione Umbria (punto E36) contenuta nel decreto ministeriale del 16 maggio 2011, n. 256 contenente giudizio positivo condizionato di compatibilità ambientale del progetto originario.    Tuttavia, cambia ben poco la situazione di una “grande opera” d’interesse privato, gasdotto Snam Brindisi-Minerbio (gasdotto “Rete Adriatica” o gasdotto Appeninico), che determinerebbe – per il suo folle tracciato – un vero e proprio disastro ambientale (interseca pesantemente ben 3 parchi nazionali, 1 parco naturale regionale, 21 fra siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale) ed economico-sociale (basti pensare ai danni alle zone turistiche umbre e marchigiane, nonché alle pregiate tartufaie appenniniche), senza contare il gravissimo determinato dall’interessare numerose aree in zona sismica “1”, nel tratti abruzzese, umbro e marchigiano, alcune fra le zone maggiormente a rischio sismico d’Italia.
L’intenzione del Gruppo Snam è chiara: costituire in Italia una “piattaforma” per vendere gas nel resto d’Europa.  Esclusivamente forti interessi economici, non il benessere delle popolazioni interessate. 
Sulla spinta delle determinatissime azioni legali e iniziative di sensibilizzazione di associazioni e comitati ecologisti, nonché da parte di Enti locali, anche l’VIII Commissione permanente “Ambiente” della Camera dei Deputati ha approvato il 26 ottobre 2011 all’unanimità la risoluzione n. 7/00518 presentata il 15 marzo 2011 (firmatari Onorevoli Lolli, Mariani, Vannucci e Verini P.D.) che impegna il Governo alla modifica del tracciato del gasdotto appenninico “Rete Adriatica”.
La Regione Abruzzo, con la legge regionale n. 28/2012, ha stabilito esplicita incompatibilità tra i grandi metanodotti e le aree sismiche.
Tuttora i provvedimenti di approvazione ambientale del progetto di gasdotto sono oggetto di contenzioso in sede nazionale ed europea.
Sarebbe ora che gli interessi ambientali ed economico-sociali delle popolazioni interessate venissero presi in giusta considerazione, visto che proprio ieri la Regione Puglia ha bocciato il progetto del gasdotto TAP (trans Adriatic Pipeline) che doveva servire ad alimentare il gasdotto Brindisi Minerbio. A questo punto senza il riassificatore di Brindisi e il Gasdotto TAP vorremmo sapere la ragione per cui la Snam insiste nella costruzione del gasdotto Brindisi Minerbio.
p. Gruppo d’Intervento Giuridico onlus  e Comitato interregionale “No Tubo”
Stefano Deliperi-Matteo Ottaviani 

mercoledì 12 settembre 2012

COMITATO NO TAP! Salviamo la COSTA del SALENTO dal MEGA GASDOTTO TAP!

Il Comitato No Tap è soddisfatto della presa di posizione della Regione Puglia, assunta attraverso il parere della Commissione V.I.A. Un risultato impensabile all'inizio della nostra battaglia, ottenuto anche grazie alle controdeduzioni formulate dall'Associazione Tramontana in stretta collaborazione con lo stesso Comitato e dalla volontà popolare che ci ha sostenuto (e rafforzati dalle 5000 firme finora raccolte).
 Il lavoro del Comitato comunque va avanti: il prossimo obiettivo è di fare pressione a livello ministeriale, allargando il nostro ambito di azione, ancor più stimolati a non permettere che l'interesse di pochi abbia la meglio sulla collettività e sul nostro territorio.

Comitato No Tap

Corriere Salentino TAP, lo schiaffo della regione al megagasdotto di San Foca

La Regione Puglia sbatte la porta in faccia a Tap. Il Comitato Via regionale, infatti, ha dato oggi parere sfavorevole al progetto del megagasdotto che dovrebbe trasportare il gas azero fino a San Foca. “Un intervento fortemente impattante per il territorio eppure corredato di una documentazione non sufficientemente dettagliata in ordine alle conseguenze che lo stesso avrebbe per il territorio, in relazione alle realtà paesaggistico-ambientali e storico-culturali del Canale d'Otranto e del territorio nel Comune di Melendugno, che insieme al comune di Vernole avevano espresso parere sfavorevole all'opera. Il comitato ha fatto sue le perplessità contenute nei pareri dei Comuni e delle osservazioni della ConfCommercio di Lecce e dell'associazione Tramontana (Melendugno) esprimendo parere negativo nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale incardinata presso il Ministro competente”. 

La comunicazione è arrivata dall'Assessore alla Qualità dell'Ambiente, Lorenzo Nicastro. Dunque, Tap bocciata a Bari e rimandata a Roma. Il parere della Regione, infatti, pur essendo di rilevanza fondamentale, rimane endoprocedimentale: a decidere sarà innanzitutto il Ministero dello Sviluppo Economico, su indicazioni di quello dell’Ambiente. Ciononostante, via Capruzzi ci è andata giù pesante. “La carente documentazione tecnica, soprattutto in relazione al terminale di ricezione e riduzione della pressione del gas con capacità prevista di 20mld di mc all'anno e che interesse un'area di 92mila mq, oltre che valutazioni non sufficientemente convincenti sulle scelte di localizzazione, di impiego delle tecnologie, hanno determinato questa scelta. In particolare – prosegue Nicastro – i rischi di incidente rilevante dell'impianto progettato, l'ipotesi della realizzazione di una centrale termoelettrica a gas a ridosso dell'impianto con le ricadute sul territorio in termini di sicurezza, l'impatto del gasdotto sull'Ecomuseo di Acquarica e sulla Riserva Naturale Statale “Le Cesine”, l'attraversamento di zone ricche di Posidonia Oceanica e Cymodocea oltre che di aree individuate come di nidificazione della tartaruga caretta caretta hanno rafforzato la convinzione che l'impianto sia dannoso per il territorio”. 

E poi la stoccata al Governo centrale, che finora ha dimostrato prima chiusura netta e poi apertura vertiginosa nei confronti della Trans Adriatic Pipeline, consorzio che raggruppa la svizzera Egl, la norvegese Statoil e la tedesca E.ON Ruhrgas. “Infine- scrive Nicastro- le valutazioni espresse dal soggetto presentatore in relazione alla diversificazione delle fonti energetiche in una ottica strategica per il nostro Paese appaiono in contraddizione sia con le autorizzazioni concesse per le prospezioni sismiche in Adriatico sia con l'attuale situazione della nostra Regione che, proprio in quelle aree, ha degli impianti di produzione energetica da fonti fossili a forte impatto ambientale. Il nuovo impianto si aggiungerebbe agli esistenti con un aumento delle emissioni. Il tutto in una Puglia che, lo ripetiamo ancora una volta, ha già dato molto, in termini di diversificazione energetica, con le rinnovabili. Molte delle perplessità dei tecnici del Comitato Via regionale erano già state sollevate dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e non superate dalla documentazione prodotta dall'azienda, priva di un progetto definitivo da valutare come previsto dalla legge. 

La Puglia dice di no al TAP sulla base dell'esigenza di tutelare il proprio territorio da una aggressione su più fronti in nome di una autonomia energetica del paese che ha tutto il sapore di una corsa allo sfruttamento esasperato delle fonti fossili. Da tempo abbiamo fatto scelte diverse e intendiamo perseguirle”.