LA SNAM : “I NOSTRI GASDOTTI SONO SICURI”. PERCHE’ ALLORA CONTINUANO AD ESPLODERE?
Venerdi 6 Marzo 2015 intorno alle 8 si è sfiorata la tragedia : un boato con deflagrazione ha interessato Mutignano, una frazione del Comune di Pineto (Abruzzo), dove un gasdotto della Snam è esploso, la condotta ha ceduto e c’è stata un’esplosione con fiamme altissime visibili a distanza di chilometri, il bilancio di otto feriti, alcune persone intossicate, tre case evacuate e due abitazioni danneggiate.Rileviamo, purtroppo, il ripetersi sempre più frequente di tali eventi . Infatti ci sono state altre esplosioni di gasdotti Snam in passato e di recente: nella bassa molisana a Montecilfone il 15 gennaio 2004 per una frana; a Tarsia, in Calabria l’11 febbraio 2010 a causa di uno smottamento di terreno; a Tresana , (Massa Carrara) per lavori di manutenzione il 18 gennaio 2012; a Sciara (Palermo) il 20 luglio 2013, per un movimento franoso. Il 10 dicembre 2014 un incendio si è sviluppato nella centrale Snam di gas metano in via S. Alberto, vicino Ravenna, per un problema all’impianto di riscaldamento del metano.
La fragilità del nostro territorio ha elevato la soglia dell’emergenza ambientale in gran parte dell’Appennino.
Tutti gli Appennini attraversati dal tracciato del Megagasdotto Brindisi Minerbio presentano fortissime criticità del suolo sotto il profilo idrogeologico e la classificazione in aree sismiche di 1° e 2° grado, aggiunge al rischio idrogeologico un elemento di ulteriore preoccupazione per quanto attiene alla sicurezza ed alla incolumità della popolazione residente: il rischio sismico.
Ma ciò non preoccupa affatto un governo sull’attenti di fronte ad una multinazionale, la Snam, che si ostina a volerci imporre una infrastruttura come il metanodotto Brindisi-‐Minerbio ritenendo che gli studi condotti sul tracciato del progetto da realizzare, siano sufficienti a garantire la totale sicurezza dei suoi impianti.
Ma se calcoli così tecnici e scientifici non riescono ad eliminare l’eventualità della esplosione di un gasdotto per una frana o smottamento del terreno, perché mai dovrebbero convincerci che in caso di terremoto non accadrà nulla e non correremo nessun pericolo?
La stessa Commissione nazionale V.I.A., che ha prescritto studi di dettaglio sulla sismicità, afferma che essi hanno lo scopo di “ridurre la vulnerabilità della condotta”.
Il che significa che, anche adottando le più moderne soluzioni, il metanodotto è e resta vulnerabile.
Il percorso scelto dalla Snam interessa i territori a più elevata sismicità di Abruzzo, Umbria e Marche ed è stato sempre avversato da tutti gli Enti istituzionali e dalla Camera dei Deputati che, con la risoluzione unanime del 26/10/2011, impegna il governo a disporre la modifica del tracciato al di fuori della dorsale appenninica, sia per l’alta qualità ambientale dei territori attraversati che per i pericoli legati all’elevata sismicità delle zone interessate che esporrebbe a rischio le popolazioni residenti.
Non è ammissibile che, a tutt’oggi, la volontà del massimo organo elettivo dello Stato continui ad essere disattesa. La salute e la sicurezza dei cittadini non possono essere subordinate al profitto.
Il principio di precauzione, sancito dalla normativa europea, deve essere sempre alla base della progettazione di opere così altamente impattanti.
Auspichiamo perciò che le Regioni Abruzzo, Marche e Umbria e i parlamentari dei nostri territori mettano in atto ogni possibile iniziativa affinchè nessuna decisione venga presa sul progetto della Snam (la cui Conferenza di Servizi per il tratto Sulmona Foligno è convocata per il 26 marzo) se prima non viene data piena attuazione alla risoluzione parlamentare attraverso un vero tavolo di confronto Stato – Regioni per lo studio di soluzioni alternative.
Distinti Saluti
Comitato Interregionale No Tubo
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