INFRASTRUTTURE.
DOTTORINI: ESPLOSIONE ABRUZZO DEVE INDURRE TUTTI A UN RIPENSAMENTO
SUL GASDOTTO SNAM BRINDISI-MINERBIO
“Regione
e comuni facciano sentire forte la propria voce contro questa opera
altamente impattante e pericolosa. Governo faccia marcia indietro”
“Quanto
avvenuto in Abruzzo dovrebbe indurre governo e regioni ad un
ripensamento riguardo a opere insostenibili, come il gasdotto
Brindisi-Minerbio. Realizzare opere di tale portata in aree a rischio
frane e ad alta vulnerabilità ambientale e
sismica comporta
rischi altissimi che devono essere valutati con ben altra attenzione
rispetto a quella manifestata fino
ad oggi
dal governo. Speriamo almeno che l'esplosione di Pineto serva a un
ravvedimento e che almeno le regioni interessate all'attraversamento
del gasdotto facciano sentire con voce forte la propria contrarietà
a un tracciato che si conferma come irrazionale e pericoloso”.
Oliviero Dottorini, consigliere regionale e presidente di Umbria
Migliore, commenta così l'esplosione avvenuta in Abruzzo a seguito
della una frana su un gasdotto in
provincia di Teramo.
“Evidentemente
le preoccupazioni di comitati civici e ambientalisti non sono campate
in aria. Di fronte a questa evidente realtà tutti devono essere
indotti a un ripensamento e a mettere in discussione i presupposti e
le modalità realizzative del gasdotto Snam Brindisi-Minerbio. Il
Consiglio regionale dell'Umbria si è già espresso in proposito nel
settembre scorso, impegnando la Giunta a dare parere negativo al
tracciato proposto dall'azienda e a ricercare soluzioni alternative e
meno impattanti, evitando che il Governo proceda senza ascoltare i
territori. Ma i risultati finora appaiono alquanto deludenti e il
Governo Renzi ha asfaltato ogni tentativo di riportare sui giusti
binari una discussione che era finalizzata quanto meno a ridurre il
danno, individuando tracciati meno impattanti e meno pericolosi.
Sappiamo che sul tratto Foligno-Sestino si è già svolta la prima
Conferenza dei servizi e che
le
regioni Umbria e Abruzzo hanno correttamente dato parere negativo al
progetto, mentre pare che nessuno dei comuni umbri interessati fosse
presente. Il che è indicativo della sensibilità e della
lungimiranza di chi dovrebbe difendere i cittadini e un territorio
particolarmente
fragile e vulnerabile come quello del cuore verde d'Italia”.
"Il
progetto - ricorda Dottorini - prevede l'attraversamento per 120
chilometri dei territori di Cascia, Norcia, Preci, Sellano, Foligno,
Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Gubbio, Pietralunga e Città di
Castello, intersecando numerosi corsi d'acqua, aree naturali
protette, siti di importanza comunitaria e zone di protezione
speciale come il Parco nazionale dei Monti Sibillini, i Boschi del
bacino di Gubbio, il fiume Topino e i boschi di Pietralunga.
L'impatto sarebbe tutt'altro che trscurabile, considerando le
dimensioni del tubo che sarebbe pari a 1,2 metri di diametro e che
dovrebbe essere calato in una trincea profonda cinque metri cui
corrisponderebbe, come area direttamente interessata dai lavori, una
servitù di gasdotto coincidente con una striscia di terreno di oltre
40 metri. Sempre secondo gli elaborati progettuali si vede come
l'impatto socio-economico sulle aree interessate sarebbe
insostenibile, rischiando di provocare danni alla filiera
turismo-ambiente-cultura e al settore delle eccellenze, dai prodotti
tipici alle importanti aree tartufigene dell'Umbria. Settori di
fondamentale importanza per l'economia della nostra Regione e dei
territori interessati".
Perugia,
6 marzo 2015
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