CONSIGLIO
REGIONALE MARCHE
C.S.CRM 24.8.2016
RIFORMA
COSTITUZIONALE: CENTRALIZZAZIONE PER CULTURA, AMBIENTE, URBANISTICA, ENERGIA,
INFRASTRUTTURE.
Per un voto
cosciente e responsabile nel referendum del 4 dicembre p.v. sulla riforma della
Costituzione, ci sembra utile riportare l’attenzione dei cittadini sul testo delle
modifiche apportate all’art. 117 della
Costituzione (di cui all’art. 31 votato dal Parlamento) per quel che riguarda
l’ambiente e la cultura; l’art. 117 è quello che indica le competenze rispettive
dello Stato e delle Regioni. Nel nuovo testo che va a referendum, lo Stato centrale si
riappropria, in via esclusiva, delle competenze su:
punto s) tutela e valorizzazione dei
beni culturali e paesaggistici; ambiente ed ecosistema; disposizioni generali e
comuni sulle attività culturali e sul turismo (es. criteri legislativi,
beni comuni, privatizzazioni beni culturali ed ambientali, acqua, aria, suolo
etc.))
punto u) disposizioni generali e
comuni sul governo del territorio (es. criteri legislativi dei piani
regolatori, consumo del suolo, piani casa, tutela idrogeologica etc)
punto v) produzione,
trasporto e distribuzione nazionali dell'energia (es. elettrodotti, centrali elettriche, parchi eolici, rigassificatori, depositi di gas,
condotte di gas etc),
punto z) infrastrutture strategiche e
grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale e relative
norme di sicurezza; porti e aeroporti civili, di interesse nazionale e
internazionale (inceneritori, strade ed autostrade, linee ferroviarie,
porti).
Su queste problematiche sarà lo Stato a decidere, ignorando
i pareri degli enti locali (regioni, comuni, aree metropolitane che
sostituiscono le provincie). Non vi sarà più sede di confronto istituzionale
politico-amministrativo dove verificare la sostenibilità dei progetti e dove le
rappresentanze dei cittadini, organizzati in associazioni e comitati di
cittadini, potranno far sentire la propria voce. “Su proposta del Governo,
la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione
esclusiva” (art.31), quindi lo Stato potrà richiamare a sé ogni decisione,
anche in altri campi, dichiarando di interesse strategico e nazionale ogni
scelta su cui abbia un interesse politico/economico/finanziario, come già fatto
con gli inceneritori. Queste modifiche vanno a confermare la spogliazione delle
competenze, nei confronti degli enti locali, iniziata con lo “Sblocca Italia” a
cui Italia Nostra si oppose condannando ”l’esclusione totale alla
partecipazione democratica nel processo decisionale in tema di infrastrutture,
grandi opere, concessioni edilizie, sfruttamento delle risorse naturali ed
energetiche dell’Italia”. A completamento ritroviamo, con l’art.71, la triplicazione
a 150.000 delle firme necessarie per presentare proposte di legge di iniziativa
popolare al Parlamento senza garanzie precise sui tempi di approvazione,
rimandata ed un successivo regolamento.
Nel rispetto delle convinzioni
politiche di ciascuno e a prescindere dalla valutazione sulle modifiche di
altre parti della Costituzione (senza prendere posizione come associazione per
il “NO” o per il “SI”), riteniamo che quanto esposto richieda una attenta
valutazione da parte di quei cittadini che credono nella partecipazione
democratica alle scelte che riguardano il proprio territorio e la propria
qualità della vita e che non accettano supinamente l’imposizione di scelte da
parte dallo Stato centrale.
Ancona, 24 ottobre
2016 IL CONSIGLIO REGIONALE
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