Puoi contattarci QUI

ABBIAMO BISOGNO ANCHE DEL TUO AIUTO

SERVONO FINANZIAMENTI PER I RICORSI! QUALSIASI DONAZIONE E' IMPORTANTE.
Di seguito il codice IBAN per una vostra donazione...


IT73A0359901899050188528865

lunedì 6 febbraio 2012

Costruire un Gasdotto in zona sismica: l'indignazione del FAI Umbria

Si snoderà lungo le depressioni tettoniche della dorsale appenninica correndo in parallelo o attraversando diverse faglie attive e coinvolgendo molti comuni già colpiti da disastrosi terremoti. Porterà guadagni alla Snam e profitti ai privati mentre i costi ambientali ed economici li sopporteranno le comunità dell’Appennino.

La Snam Rete Gas Spa ha presentato nel 2004 un progetto che prevede la realizzazione di un metanodotto denominato “Rete Adriatica” della lunghezza complessiva di 687 km che si snoderà da Massafra (Taranto) fino a Minerbio (Bologna) attraversando dieci regioni, tre parchi nazionali, uno regionale e oltre venti siti di rilevanza comunitaria. Porterà in Italia il gas proveniente da Algeria e Libia.

Il tratto che interessa la nostra regione è quello compreso tra Foligno e Sestino per una lunghezza di 113,7 km ed è attualmente in fase autorizzativa. Attraverserà molti comuni umbri e marchigiani della fascia appenninica: Foligno, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Gubbio, Pietralunga, Città di Castello, Apecchio, Mercatello sul Metauro e Borgo Pace.

Il condotto avrà 1200 mm di diametro, verrà interrato a 5 m di profondità e dovrà avere una servitù di pertinenza di 40 m (20 per lato). Ciò significa che gli alberi che saranno abbattuti non verranno ripiantati e che la zona disboscata per permettere l’interramento e la successiva manutenzione del gasdotto avrà una larghezza di 40 m lungo l’intero tracciato.

Le direttive comunitarie prescrivono, per progetti di tale portata, l’obbligo di una valutazione di impatto ambientale (VIA) di tipo complessivo (valutazione ambientale strategica VAS), che tenga conto quindi dell’effetto cumulativo dei progetti frazionati.

La Snam Rete Gas ha diviso il progetto in cinque tronconi presentando cinque Via parziali anziché richiedere un unico procedimento di valutazione ambientale per l’intero tracciato.

La Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio ha espresso parere favorevole (decreto VIA del 7.3.2011) riguardo alla compatibilità ambientale del tratto di metanodotto Sulmona-Foligno che ci riguarda direttamente.

Nello stesso parere, in evidente contraddizione, tale Commissione rileva come l’opera attraverserebbe territori ad elevata pericolosità sismica sia dal punto di vista della frequenza di eventi che dei valori della magnitudo. Il metanodotto, infatti, si snoderà lungo le depressioni tettoniche della dorsale appenninica correndo in parallelo o attraversando diverse faglie attive e coinvolgendo molti comuni già colpiti da disastrosi terremoti.

Il gasdotto porterà guadagni alla Snam e profitti ai privati mentre i costi ambientali ed economici li sopporteranno le comunità dell’Appennino. La British Gas si occuperà della distribuzione del metano senza, quindi, alcuna apparente ricaduta per l’economia del Paese.

Come corollario possiamo aggiungere che attualmente il fabbisogno di gas in Italia - dai dati pervenutici - è di circa 85 miliardi di metri cubi l’anno, le infrastrutture esistenti hanno una capacità di 107 miliardi di metri cubi annui.

Sappiamo che diverse amministrazioni pubbliche coinvolte hanno espresso parere contrario a detto intervento e, in tal senso, si sono espressi la Provincia di Perugia unitamente ad alcuni politici umbri.

Ci chiediamo perché non sia stato preso in considerazione un tracciato alternativo (ad esempio l’interramento lungo la costa adriatica) probabilmente più costoso ma con minori rischi e di minore impatto ambientale.

E’ possibile che ancora oggi politiche speculative non tengano conto del rischio sismico di territori nonostante i numerosi e recenti episodi? E’ accettabile che non vi sia una valutazione complessiva di un progetto che inciderà violentemente sul territorio nazionale?

Il Fondo Ambiente Italiano esprime il suo dissenso rispetto a tale progetto così come formulato ed alla procedura seguita per la sua approvazione, invitando gli Enti competenti a non autorizzarlo nella comune ottica di tutela della sicurezza dei cittadini e di salvaguardia dell’ambiente.


Nives Tei Coaccioli - Fai Umbria


Nessun commento: